Parlamento Ue, Von der Leyen: «L’Europa di oggi, la migliore versione nella storia»
La plenaria dedicata alle linee guida politiche della candidata alla presidenza della Commissione, quindi la votazione a scrutinio segreto. Applausi e qualche protesta, dall’estrema destra. L’omaggio a David Sassoli. «Il destino dipenda da ciò che faremo»
Terminata la sessione dei lavori della plenaria del Parlamento europeo dedicata alle linee guida politiche della candidata alla presidenza della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Dalle 13 la votazione, a scrutinio segreto. Dalla candidata in pectore, un discorso lungo e articolato, tra numerosi applausi e qualche protesta, dai banchi dell’estrema destra, per spiegare il suo programma di lavoro, nel caso in cui l’emiciclo le concedesse la fiducia. In più, un documento di trenta pagine con le linee guida della prossima Commissione per il periodo 2024-2029.
Covid, Next Generation Eu, Green Deal, guerra in Ucraina. La presidente in pectore ha ricordato i «5 anni senza precedenti» del suo primo mandato. «Sono convinta – ha detto – che la versione dell’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale sia comunque la migliore versione dell’Europa della storia». Poi l’omaggio a David Sassoli, di cui ha ricordato le ultime parole: un appello «per un’Europa nuova e unita». E all’ex presidente del Parlamento europeo tutta l’Aula di Strasburgo ha tributato un lungo applauso.
Nelle parole di Von der Leyen, «le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità. Il destino dipende da ciò che faremo ora. L’Europa – ha aggiunto – si trova di fronte a una scelta decisiva che definirà la nostra posizione nel mondo nel prossimo quinquennio. Non può controllare dittatori e demagoghi nel mondo, ma può scegliere di tutelare la nostra democrazia», ha rimarcato sottolineando la necessità di una scelta per una «Europa forte».
Immancabile, nel discorso programmatico, l’elenco delle priorità: prosperità economica, sostegno all’agricoltura, Green Deal, tutela della democrazia, sicurezza e la difesa, politica estera (Ucraina, Medio Oriente), allargamento, pilastro dei diritti sociali, opportunità per i giovani. In più, la promessa dell’istituzione di un commissario con delega «all’equità generazionale», uno alla casa, uno per la regione mediterranea. Annunciato anche, tra le deleghe del prossimo esecutivo Ue, un «vicepresidente per l’implementazione, la semplificazione e le relazioni interistituzionali. Dobbiamo rendere le imprese più facili e veloci in Europa. Metterò velocità, coerenza e semplificazione tra le principali priorità politiche», ha assicurato von der Leyen, affermando che «ogni commissario avrà il compito di concentrarsi sulla riduzione degli oneri amministrativi e sulla semplificazione dell’attuazione: meno burocrazia e rendicontazione, più fiducia, migliore applicazione, autorizzazioni più rapide».
In particolare, sul fronte della politica estera, dopo aver ribadito pieno e continuo sostegno all’Ucraina, anche in campo militare, sul Medio Oriente ha rimarcato che «lo spargimento di sangue a Gaza deve fermarsi ora. Troppi bambini, donne e civili hanno perso la vita nella riposta di Israele al terrore di Hamas. La gente a Gaza non ce la fa più. L’umanità non può sopportare oltre. Stiamo lavorando per un maggior sostegno all’Autorità nazionale palestinese – ha continuato -. La soluzione a due Stati è il modo migliore per garantire la sicurezza, per entrambi, israeliani e palestinesi. La gente della regione merita la pace e la prosperità, e l’Ue sarà con loro». Di qui la richiesta di un cessate il fuoco immediato e della liberazione degli ostaggi, per «prepararci per il giorno dopo» il conflitto.
Sono convinta che la versione dell’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale sia comunque la migliore versione dell’Ue della storia – sono ancora le parole della candidata -. Non lascerò che la polarizzazione estrema della nostra società venga accettata e non accetterò che gli estremismi o le demagogie distruggano il nostro stile di vita europeo». Quindi ha ricordato che «due settimane fa un premier europeo si è recato a Mosca – il riferimento al premier ungherese Viktor Orban -. Questa cosiddetta missione di pace è stata solo una missione dell’acquiescenza, dell’appeasement, una politica di eccessive concessioni. Solo due giorni dopo i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico. Era un messaggio del Cremlino per raggelare noi tutti. Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina e l’Ue sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario», ha assicurato.
Nel discorso la presidente designata, che ora necessita della fiducia dell’Eurocamera, ha richiamato i rischi per la democrazia. «Per molto tempo abbiamo dato la democrazia per scontata, ma ora è minacciata. I giornalisti – che ringrazio per il loro lavoro – stanno scoprendo spionaggio e disinformazione da parte di attori cinesi e russi. Dobbiamo fermare questi attori stranieri che interferiscono e minacciano la nostra democrazia. Se mi darete fiducia creeremo uno scudo per la democrazia europea».
Allargando lo sguardo a un orizzonte più ampio, Von der Leyen ha sottolineato che «abbiamo bisogno di un’agenda di riforme ambiziose per garantire il corretto funzionamento di una Ue più grande, per affrontare le sfide geopolitiche e migliorare la legittimità democratica, in particolare attraverso la partecipazione dei cittadini». Ampia la parte dell’intervento dedicata alla competitività economica: innovazione, Green Deal, autonomia energetica, innovazione, aiuti alle piccole e medie imprese, investimenti, formazione e competenze, opportunità occupazionali per i giovani. Quindi il riferimento al clima – «L’obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 sarà scritto nella nostra legge Ue sul clima» -, l’affondo su sicurezza, difesa e armamenti e l’annuncio della nomina di un «commissario per il Mediterraneo che si concentri su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altre aree di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi», che lavorerà a stretto contatto con l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza.
Sul tavolo, ancora, il tema della lotta alla criminalità, alle minacce cibernetiche, al narcotraffico. Poche le parole spese sulle migrazioni, se non per ribadire il controllo delle frontiere, la lotta alla tratta di esseri umani, e per rivendicare la validità del nuovo Patto europeo per la migrazione e l’asilo: «La solidarietà è stata messa al centro della nostra risposta». Poi il passaggio dedicato al «pilastro sociale», con accenni su tutela dei consumatori, condizioni di lavoro e contrattazione collettiva, crisi degli alloggi, difesa dell’infanzia, iniziative per i giovani (fra cui l’Erasmus), e l’annuncio di «un’inchiesta Ue sull’impatto dei social sulle nuove generazioni». Qualche parola poi sulla lotta alla violenza contro le donne e la parità di genere, la conciliazione tra vita familiare e professionale.
Alla fine del discorso, la citazione delle parole di Jacques Delors: «La nostra comunità non è solo il frutto della storia, ma della nostra volontà». Gli ultimi cinque anni, ha detto la presidente designata, «hanno mostrato di cosa siamo capaci se lavoriamo assieme, quindi continuiamo a lavorare assieme, facciamo una scelta di leadership, scegliamo l’Europa – l’esortazione -. Vorrei concludere con le ultime parole pronunciate da David Sassoli prima della sua scomparsa: la speranza siamo noi. Noi, i cittadini europei, siamo la nostra migliore speranza in un mondo pericoloso. E oggi la speranza dell’Europa è nelle vostre mani come forze democratiche».
18 luglio 2024