Parlamento, al via la XIX legislatura

Aperta dal presidente provvisorio Rosato la prima seduta della Camera dei deputati. Al Senato, sullo scranno di presidente provvisorio Liliana Segre. Il primo passo: l’elezione dei nuovi presidenti, propedeutica per i passaggi successivi della formazione del nuovo governo

Parte oggi, 13 ottobre, con la convocazione di Camera e Senato per l’elezione dei nuovi presidente la settimana inaugurale della nuova assemblea legislativa. È il primo atto formale della XIX legislatura: un passaggio “propedeutico” all’avvio delle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo, che partiranno con i presidenti emeriti e a seguire con i nuovi presidenti dei due rami del Parlamento.

Alla Camera la seduta è stata aperta dal presidente provvisorio Ettore Rosato (di Italia Viva), il vicepresidente più anziano della legislatura precedente. Costituito l’ufficio provvisorio di presidenza, così come la giunta delle elezioni provvisoria, a cui spetta la proclamazione dei nuovi deputati. Quindi si passerà all’elezione del nuovo presidente, il successore di Roberto Fico, per scrutinio segreto. L’elezione è attesa dal quarto scrutinio in poi, molto probabilmente venerdì, quando cioè sarà sufficiente la maggioranza assoluta, ovvero almeno 201 voti. Questa è la prima volta che si vota dopo la riforma costituzionale che drasticamente ridotto il numero dei parlamentari.

Situazione diversa a Palazzo Madama, dove a presiedere la prima seduta avrebbe dovuto essere il senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, classe 1925, il più anziano tra i senatori, assente a causa delle sue condizioni di salute. Sullo scranno di presidente provvisorio è saluta quindi un’altra senatrice a vita: Liliana Segre, nata nel 1930. Qui nei primi due scrutini – previsti nella prima seduta – per eleggere il successore di Elisabetta Casellati come seconda carica dello Stato è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’assemblea, vale a dire 104 su 206. Qualora non si raggiunga, si procede a una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti, sarà eletto il candidato più anziano di età. Dopo il discorso del presidente provvisorio, la seduta è sospesa perché la giunta per le elezioni provvisoria deve dichiarare le opzioni dei parlamentari.

Storicamente la “fumata bianca” arriva prima al Senato e poi alla Camera, spesso il giorno dopo. La votazione è segreta e per schede. Lo spoglio è pubblico e avviene in Aula. Una volta eletti i nuovi presidenti si passerà alla costituzione dei gruppi parlamentari. Nei rispettivi rami del Parlamento, i deputati e i senatori dovranno comunicare ai presidenti entro due giorni dalla prima seduta a quale gruppo hanno intenzione di iscriversi. L’ultimo atto, prima dell’avvio delle consultazioni, riguarda la convocazione dei gruppi al fine di procedere all’elezione dei capigruppo (che saliranno al Colle per essere ascoltati dal capo dello Stato insieme ai leader dei partiti); quindi la prima riunione dei presidenti di gruppo per decidere quando si terrà la seduta in cui eleggere i vicepresidenti, i questori e i segretari. Alla fine di questa procedura, con l’elezione dei presidenti di entrambe le Camere, il premier uscente può salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti fino al giuramento del nuovo governo.

13 ottobre 2022