Parigi ricorda le vittime del 13 novembre

Preghiere e celebrazioni in tutte le parrocchie della diocesi per le vittime e i familiari. La lettera del cardinale Vingt-Trois, che presiederà a Notre-Dame

Preghiere e celebrazioni in tutte le parrocchie della diocesi per le vittime e i familiari.

A un anno esatto, Parigi ricorda le 130 vittime degli attacchi terroristici di matrice islamista che, il 13 novembre 2015, misero a ferro e fuoco la città, sconvolgendo tutto il mondo occidentale. Diversi i luoghi pubblici attaccati; l’assalto più feroce al teatro Bataclan, dove sono rimaste uccise 93 persone. In tutte le parrocchie della diocesi si pregherà per «coloro che sono morti, per coloro che sono stati feriti, per chi ha vissuto gli attentati e sta cercando di superare il trauma, per i familiari delle vittime».

L’invito arriva direttamente dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo della diocesi parigina, in una lettera indirizzata a tutte le parrocchie della città. «I cattolici francesi – si legge nel testo – hanno reagito con una dignità e una calma che impressionano ancora, senza odio, al di là delle paure e della rabbia». L’auspicio del cardinale è «che la nostra preghiera aiuti oggi chi ancora è segnato da ciò che ha subito, perché senta di essere sostenuto e accompagnato».

Nella lettera, il cardinale chiede anche di pregare perché «i cristiani siano nel nostro Paese artigiani di pace e portatori di speranza, perché non si lascino prendere dalla tentazione della paura e della rabbia, perché possano nella speranza della vita eterna e nella fede della vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato, trovare l’energia necessaria per andare verso gli altri, alla ricerca instancabile di vie che rendano possibile vivere in unità, per quanto gli uomini siano diversi tra loro».

Ancora, prosegue l’arcivescovo, che presiederà la Messa della domenica alle 18.30 nella cattedrale Notre-Dame, la preghiera dei cattolici si alzerà domenica anche ai «nostri concittadini musulmani perché possano essere pienamente attori della nostra unità nazionale e perché tutti possiamo crescere nella stima reciproca e nella ricerca del bene comune».

11 novembre 2016