Papa in Iraq: nella Messa a Erbil la benedizione della statua di Maria profanata dall’Isis

L’appuntamento in programma per il 7 marzo. La statua era stata vandalizzata dai miliziani durante l’occupazione della Piana di Ninive

Domenica 7 marzo, celebrazione eucaristica nello stadio di Erbil, per Papa Francesco, alla presenza di 10mila fedeli. Nell’occasione, il pontefice benedirà una statua della Vergine Maria vandalizzata dai miliziani dello Stato islamico durante l’occupazione della Piana di Ninive. La statua, riferisce padre Samir Sheer, direttore di Radio Mariam di Erbil, raggiunto dall’Agenzia Sir, proviene dal villaggio cristiano di Karamles ed «è priva di mani perché mozzate dai terroristi. Originariamente – aggiunge – era anche priva di testa, che è stata recuperata e riattaccata». Il restauro è stato portato a termine negli ultimi giorni. «Dopo la benedizione – afferma il direttore di Radio Mariam – la statua tornerà nella Piana di Ninive. La speranza dei cristiani locali è che la Madonna possa tornare presto ad abbracciare i suoi figli a Karamles».

Quella che verrà riconsegnata nelle mani di Francesco non è l’unica statua o immagine sacra distrutta e profanata dai miliziani Isis durante gli anni di occupazione di Mosul e dei villaggi della Piana di Ninive, dal 2014 al 2017. In quel periodo infatti, oltre a incendiare case e negozi, sono stati fatti saltare in aria e profanati chiese, cimiteri, monasteri, mentre le immagini sacre e le statue venivano usate per il tiro a bersaglio.

A Erbil, Francesco riceverà in dono un dipinto realizzato da un artista iracheno espatriato, che ritrae il Papa in piedi a mani giunte tra la basilica di san Pietro e la ziggurat, simbolo di Ur, patria di Abramo, padre delle tre fedi: ebraismo, cristianesimo e islam. A terra si notano delle orme che rappresentano il cammino del popolo di Dio che è in Iraq, con i suoi martiri, e dei caratteri cuneiformi, richiamo al fatto che in Iraq è nata la prima scrittura del mondo. A Erbil, intanto, la città è vestita a festa per l’arrivo del Papa.

5 marzo 2021