“Papa Giovanni XXIII”: riparte il servizio civile fra i più fragili

118 i giovani fra i 18 e i 28 anni che hanno ripreso il proprio impegno nei progetti della Comunità, rimodulati dopo l’esplosione dell’emergenza Covid-19

Consegna di cibo e medicinali a domicilio, disbrigo di attività burocratiche, attività di formazione a distanza per bambini e disabili ospitati in case famiglia e realtà di accoglienza, costruzione di video didattici, supporto a Comuni ed enti locali. Per 118 giovani tra i 18 e i 28 anni è ripreso da ieri, 16 aprile, l’impegno nei progetti di servizio civile della Comunità Papa Giovanni XXIII, rimodulati dopo l’esplosione dell’emergenza Covid-19. Potranno essere riattivati i progetti che erano stati sospesi con l’inizio dell’emergenza, spiegano dalla Comunità, e potranno essere  avviati quelli non ancora iniziati, dando così un contributo alla gestione della situazione  che il Paese sta affrontando.

«Grazie a un lavoro di analisi delle singole situazioni, che ha coinvolto tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII a livello nazionale – riferisce il presidente Giovanni Paolo Ramonda – siamo riusciti a riattivare il servizio per 118 operatori volontari su 122. In molti casi questa operazione ha richiesto creatività e versatilità, in altri ha portato ad attivare collaborazioni con altri enti e realtà. Le nuove circostanze, così faticose, ci fanno riscoprire il senso profondo del servizio civile: difendere la patria in modo nonviolento per noi significa avere cura delle persone più fragili».

Lo scorso 4 aprile il dipartimento per le Politiche giovanili ed il Servizio civile universale aveva pubblicato la Circolare di “impiego operatori volontari nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, con le indicazioni rivolte agli enti per l’impiego degli operatori volontari del servizio civile universale, nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

17 aprile 2020