Papa Giovanni XXIII: la nostra Europa «bella e solidale»

La Comunità fondata da don Oreste Benzi presenta in un breve compendio le sue proposte, in vista delle elezioni europee. Il modello: la «società del gratuito»

Partono dalla condivisione diretta della vita con gli ultimi, secondo la vocazione ereditata dal fondatore don Oreste Benzi, le proposte elaborate dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in vista delle elezioni europee in programma per il 26 maggio, articolate in un breve compendio che «illustra la nostra visione per un’Europa bella e solidale». A illustrarle in primo luogo ai candidati è il presidente Giovanni Paolo Ramonda.

Al centro, l’idea della «pace positiva» come priorità, con l’istituzione di un Commissario europeo per la pace. Quindi l’accoglienza dei minori e delle persone con disabilità; l’eradicazione delle disuguaglianze con politiche del lavoro a misura dei più deboli e con la tassazione delle grandi transazioni finanziarie. Ancora, la Comunità Papa Giovanni XXIII propone di incentivare e favorire canali legali di migrazione tramite corridoi umanitari; promuovere e sostenere la difesa della vita umana, in particolare nelle sue fasi di sviluppo più vulnerabili, dal concepimento al fine vita; abbandonare ogni forma di legalizzazione delle droghe leggere e pesanti. Tra le proposte anche quella di eradicare il traffico di esseri umani e sostenere l’adozione del modello nordico in tutti gli stati membri, con «sanzioni agli sfruttatori/clienti»; abolire l’ergastolo ostativo, incentivando le misure alternative al carcere, e non permettere che esistano mai più bambini in carcere. Ultimo punto: promuovere un nuovo modello di economia. .

«Il modello di società a cui ci ispiriamo – spiega Ramonda – è quella che don Benzi chiamava la “società del gratuito”. In essa, ognuno detiene il bene dell’altro. Nel bene di tutti c’è anche il bene individuale per una visione inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando la sua vita è indifesa, fragile, debole, da sostenere. Dobbiamo partire dagli ultimi – afferma -. Il motivo è semplice: se si parte dagli ultimi, allora si possono abbracciare e aiutare tutti».

L’Europa in cui crediamo“: questo il titolo del pamphlet in cui sono illustrate le proposte, a partire da una breve analisi dei problemi per arrivare a proposte politiche concrete, che i candidati al prossimo parlamento europeo dovrebbero fare loro.

24 aprile 2019