Papa Francesco: «I nonni non vengano emarginati»

Il Papa ha incontrato in Vaticano circa 7mila aderenti all’Associazione nazionale lavoratori anziani: «Siete le radici e la memoria di un popolo, la vostra esperienza è un tesoro prezioso»

Il Papa ha incontrato in Vaticano circa 7mila anziani: «Siete le radici e la memoria di un popolo, la vostra esperienza è un tesoro prezioso»

«Contrastare la cultura nociva dello scarto (…) che emargina gli anziani ritenendoli improduttivi. I responsabili pubblici, le realtà culturali, educative e religiose, come anche tutti gli uomini di buona volontà, sono chiamati a impegnarsi per costruire una società sempre più accogliente e inclusiva». Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza, sabato 15 ottobre, in Vaticano, concessa ai circa 7mila aderenti all’Associazione nazionale lavoratori anziani nel contesto della Festa dei Nonni. Il pontefice ha ricordato i «tanti anziani che convivono con la malattia, con difficoltà motorie» e che «hanno bisogno di assistenza» e ringraziato «il Signore per le molte persone e strutture che si dedicano a un quotidiano servizio agli anziani, per favorire adeguati contesti umani, in cui ognuno possa vivere degnamente questa importante tappa della propria vita». «Gli istituti che ospitano gli anziani – ha affermato il Papa – sono chiamati ad essere luoghi di umanità e di attenzione amorevole, dove le persone più deboli non vengono dimenticate o trascurate, ma visitate, ricordate e custodite come fratelli e sorelle maggiori».

Parlando della cultura dello scarto, Papa Francesco, raccontando a braccio un episodio legato alla sua infanzia, in cui un nonno malato veniva fatto mangiare in un tavolo a parte, ha esortato a «non lasciare che questa cultura dello scarto vada avanti; che sempre ci sia una cultura inclusiva. È importante anche favorire il legame tra generazioni. Il futuro di un popolo richiede l’incontro tra giovani e anziani: i giovani sono la vitalità di un popolo in cammino e gli anziani rafforzano questa vitalità con la memoria e la saggezza». E poi un appello ai nonni, ancora a braccio: «parlate con i vostri nipotini: parlate. Lasciate che loro vi facciano domande. Sono di una peculiarità diversa dalla nostra, fanno altre cose, a loro piacciono altre musiche ma hanno bisogno degli anziani, di questo parlare continuo. E per dare la saggezza. Mi fa tanto bene leggere quando Giuseppe e Maria portarono il Bambin Gesù – aveva 40 giorni, il bambino – al tempio; e lì trovarono due nonni, e questi nonni erano la saggezza del popolo, che lodavano Dio perché questa saggezza potesse andare avanti con questo bambino. Sono i nonni a ricevere Gesù nel Tempio, non il sacerdote: questo viene dopo».

Francesco ha ricordato anche che «la Chiesa guarda alle persone anziane con affetto, riconoscenza e grande stima. Esse sono parte essenziale della comunità cristiana e della società. In particolare rappresentano le radici e la memoria di un popolo. Voi siete una presenza importante, perché la vostra esperienza è un tesoro prezioso, indispensabile per guardare al futuro con speranza e responsabilità». Nel suo discorso il Pontefice ha elogiato «la maturità e saggezza» delle persone anziane che «possono aiutare i più giovani, sostenendoli nel cammino della crescita e dell’apertura all’avvenire, nella ricerca della loro strada». Gli anziani, infatti, testimoniano che «anche nelle prove più difficili, non bisogna mai perdere la fiducia in Dio e in un futuro migliore». Dal Papa anche apprezzamento per gli anziani che offrono «tempo e talenti» agli altri, che «si rendono disponibili nelle parrocchie» dedicandosi al decoro della casa del Signore, altri come catechisti, animatori della liturgia, testimoni di carità, e in ambito familiare. «Quanti nonni – ha ricordato Papa Francesco – si prendono cura dei nipoti, trasmettendo con semplicità ai più piccoli l’esperienza della vita, i valori spirituali e culturali di una comunità e di un popolo! Nei Paesi che hanno subito una grave persecuzione religiosa, sono stati i nonni a trasmettere la fede alle nuove generazioni, conducendo i bambini a ricevere il battesimo in un contesto di sofferta clandestinità».

17 ottobre