Francesco e Andrea Tornielli, conversazioni sulla misericordia

Presentato il libro-intervista «La misericordia è la carta d’identità di Dio». Roberto Benigni: «La gioia, il gigantesco segreto del cristianesimo»

Presentato il libro-intervista «La misericordia è la carta d’identità di Dio». Roberto  Benigni: «La gioia, il gigantesco segreto del cristianesimo»

È un pomeriggio afoso, luglio 2015, quando il Papa riceve a Casa Santa Marta, in Vaticano, Andrea Tornielli, giornalista del quotidiano La Stampa. Francesco è appena tornato dal suo viaggio apostolico in Ecuador, Bolivia e Paraguay, la misericordia è il tema della conversazione e mancano solo 5 mesi all’inizio dell’Anno Santo. È un libro a raccogliere i frutti di quel dialogo, “Il nome di Dio è misericordia”, presentato ieri, martedì 12 gennaio, all’Istituto Augustinianum. Un libro-intervista nel quale il Papa, ha evidenziato Tornielli, «affronta il tema della misericordia attraverso la sua esperienza personale di sacerdote e di pastore, presentando le ragioni del Giubileo straordinario da lui voluto. Un libro di esperienza, non di teologia; né un’omelia, né un documento. Intervistarlo – ha aggiunto il vaticanista – è stata un’esperienza molto particolare: il Papa con la sua personale testimonianza mostra il volto della tenerezza e sa essere molto vicino alle persone. Spero che tutto ciò emerga da queste pagine». Il volume, con la copertina autografa di Francesco, è suddiviso in nove capitoli per un totale di 40 domande, ed è pubblicato in contemporanea da 21 editori in 86 Paesi. In Italia è edito da Piemme. La prima copia è stata consegnata al pontefice a Casa Santa Marta, in Vaticano, il giorno prima della presentazione.

«È un libro bellissimo che ci “misericordia”, che è un termine inventato dal Papa». Un libro da «portare in tasca», da «leggere in «5 minuti, quando il treno è in ritardo…». Così Roberto Benigni alla presentazione del volume. Un Benigni vulcanico e, come al solito, che diverte: «Solo a Papa Francesco poteva venire in mente di presentare un libro con un cardinale veneto, un carcerato cinese e un comico toscano», ha detto riferendosi alle persone presenti con lui sul palco, ovvero, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e il carcerato cinese Zhang Agostino Jianqing intervenuto per testimoniare la sua esperienza della misericordia di Dio. La presentazione è stata moderata dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede. Benigni ha parlato del mistero di Dio che vuole soffrire, perché «il dolore è il luogo della solidarietà tra Dio e l’uomo. Il caposaldo del pontificato di Francesco – ha aggiunto – è proprio la misericordia che non va confusa con la pietà. Dentro alla misericordia c’è la gioia, la levità del perdono. È la gioia il gigantesco segreto del cristianesimo».

«Chi è alla ricerca di rivelazioni rimarrà forse un po’ deluso scorrendo queste pagine», ha sottolineato il cardinale Parolin, perché questo «non è un libro in cui Francesco racconta inedite curiosità o particolari aneddoti su se stesso. Neppure si tratta di un’intervista a tutto campo su questioni di attualità che riguardano la vita della Chiesa e del mondo, come solitamente accade nelle conferenze stampa sull’aereo, durante i voli di ritorno dai Paesi visitati». Invece questo è un libro «con il quale il Papa ci apre il suo cuore. Vuole farci entrare, quasi prendendoci per mano, nel grande e confortante mistero della misericordia di Dio». Parolin, citando alcuni passaggi dell’intervista al Papa ha aggiunto: «”La misericordia è vera”», dice il Papa rispondendo a una domanda dell’intervistatore a proposito del rapporto tra misericordia e dottrina. La misericordia, aggiunge Francesco, è “la carta d’identità del nostro Dio”: un’espressione esemplificativa, un’immagine che ci aiuta a comprendere la reale portata di questa verità cristiana. La carta d’identità, infatti, ci definisce, descrive le nozioni basilari e oggettive da sapere su ciascuno di noi».

A raccontare la sua esperienza di fede, il suo speciale incontro con il Signore dopo anni di violenza e scelte sbagliate, Zhang Agostino Jianqing, giovane detento di origini cinesi. «Io, carcerato, sono qui a testimoniare come la misericordia di Dio ha cambiato la mia vita». C’è silenzio in sala, e l’emozione è sin da subito palpabile: «Dopo il battesimo, ho capito tutta la misericordia di cui sono stato oggetto, anche quando non me ne rendevo conto. E questo libro di Papa Francesco mi ha aiutato a comprendere meglio quello che mi è accaduto. Ecco perché il nome “Zhang Agostino”: Agostino perché pensando a sant’Agostino, alla sua storia, mi ha particolarmente commosso sua madre, santa Monica, per tutte le lacrime che aveva versato per suo figlio, sperando di ritrovare il figlio perduto. È un po’ come la mia situazione: penso alla mia mamma e al fiume di lacrime che ha versato per me, sperando che io potessi ritrovare il senso della mia vita». Toccanti anche le parole di ringraziamento per il Papa «per l’attenzione particolare che ha verso noi carcerati. Mai avrei pensato – ha aggiunto – di essere invitato a partecipare alla presentazione di un libro del Papa, né di avere la possibilità di stringere la sua mano». Quindi, rivolto a Francesco: «Ti ricordiamo sempre nelle nostre preghiere».

13 gennaio 2016