Papa Francesco: «Apritevi alla forza rivoluzionaria della vita»

Il Pontefice, durante l’Angelus, ha salutato tutti coloro che hanno celebrato la 37ma Giornata nazionale per la vita. Il cardinale Vallini: «Bene fondamentale del quale non siamo padroni». Messa del vescovo Leuzzi a Santa Maria in Traspontina

Il Pontefice, durante l’Angelus, ha salutato tutti coloro che hanno celebrato la 37ma Giornata nazionale per la vita. Il cardinale Vallini: «Bene fondamentale del quale non siamo padroni». Messa del vescovo Leuzzi a Santa Maria in Traspontina

«Quando ci si apre alla vita e si serve la vita si sperimenta la forza rivoluzionaria dell’amore e della tenerezza, inaugurando un nuovo umanesimo: l’umanesimo della solidarietà, l’umanesimo della vita». Così Papa Francesco durante l’Angelus di ieri, domenica 2 febbraio, ha voluto sottolineare l’importanza del valore della vita, in occasione della 37ma Giornata Nazionale promossa dalla Conferenza episcopale italiana. Il Pontefice, dopo aver rivolto il suo apprezzamento alle associazioni, ai movimenti e a tutti coloro che difendono la vita umana, ha voluto ribadire come sia unito all’operato dei vescovi italiani nel sollecitare «un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine».

E sul tema dell’esistenza dell’uomo che va dalla vita che nasce a quella vissuta quotidianamente, si è soffermato anche il cardinale vicario Agostino Vallini, presente a piazza san Pietro per ascoltare le parole dell’Angelus del Pontefice. «La vita – ha spiegato il cardinale – è il bene fondamentale di cui non siamo padroni. Infatti non possiamo disporne ma dobbiamo averne sempre un grande rispetto. Noi tutti abbiano ricevuto questo dono che va custodito, diffuso e rispettato sia nella realtà iniziale, contrastando la piaga dell’aborto, e sia nelle sue espressioni che viviamo tutti i giorni, perché si può non essere favorevoli alla vita anche nel non offrire le giuste condizioni per un’esistenza serena». La celebrazione della Giornata da parte della diocesi, culminata con il ritrovo a piazza San Pietro, ha visto anche la celebrazione della Messa nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, presieduta dal vescovo Lorenzo Leuzzi, incaricato del Centro per la Pastorale sanitaria e direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma, che ha colto l’occasione per annunciare la costituzione della Consulta di Bioetica della Pastorale universitaria che partirà tra pochi giorni.

Nel corso dell’omelia, Leuzzi ha sottolineato l’importanza dell’amore coniugale come base essenziale della solidarietà e della vita. «Prima di tutto – ha spiegato – occorre fare una distinzione tra chi è sposato e chi non lo è. Si tratta di due vocazioni non opzionali ma fondative per la vita di ciascuno di noi. Non si può infatti progettare la vita cristiana a prescindere da queste due fondamentali chiamate: al matrimonio e alla consacrazione nelle sue diverse forme. La prima si preoccupa delle cose del mondo; la seconda delle cose del Signore. Se sei sposato – ha continuato il vescovo riprendendo le parole dell’apostolo Paolo – devi piacere alla tua sposa, se non sei sposato devi preoccuparti delle cose del Signore. L’amore coniugale è la vocazione attraverso cui l’uomo e la donna si preoccupano delle cose del mondo. Piacere al marito e piacere alla moglie è quindi la vocazione che rende degna dell’uomo la nascita di un figlio».

Ecco che «la vita nasce dall’amore incondizionato e gratuito perché – ha concluso il vescovo Leuzzi – l’amore coniugale non è un fatto privato, ma la partecipazione dell’uomo e della donna alla stessa preoccupazione di Dio, che in questa esperienza vede realizzarsi il luogo dove ogni uomo può venire all’esistenza. Senza questo amore verrà meno la preoccupazione per le cose di questo mondo, dando origine alla cultura dello scarto alla quale dobbiamo essere capaci di contrapporre una cultura delle solidarietà della vita».

 

2 febbraio 2015