Papa in Bangladesh: abbraccio pubblico e privato con i rohingya

Francesco nella preghiera ecumenica per la pace, appello per il Myanmar e per chi è costretto «a vivere in condizioni disumane»

Si è concluso con una dimostrazione concreta della «cultura dell’incontro», più volte auspicata dal Papa anche in questa occasione, l’incontro interreligioso ed ecumenico nell’arcivescovado di Dacca, in Bangladesh. Dopo la preghiera ecumenica per la pace, Francesco ha infatti abbracciato 18 rohingya, in rappresentanza dei 700mila profughi accolti nel campo di Cox’s Bazar. L’incontro e l’abbraccio tra il Papa e la minoranza musulmana del Myanmar si è svolto in due tempi: prima il saluto pubblico, in piedi davanti al palco papale allestito nella tensostruttura, poi in privato. A guidare, poco prima, la preghiera ecumenica per la pace è stato monsignor Philip Sarka, vescovo anglicano di Dacca.

«Molte sono oggi le vittime del terrorismo, dei conflitti, dell’oppressione e dello sfruttamento – ha detto nelle parti centrale della preghiera -. Le minoranze religiose ed etniche continuano a soffrire per l’odio e le discriminazioni che subiscono in molti Paesi del mondo. In modo molto speciale, vogliamo ricordare il vicino Myanmar», ha proseguito il vescovo anglicano: «Troppi sono coloro che, lasciando la propria patria per salvare la vita, sono costretti a vivere in condizioni disumane». Di qui l’appello affinché i capi delle nazioni «possano esercitar la loro autorità e il loro potere per servire i popoli con amore e dedizione».

«Ci siamo radunati – ha spiegato Francesco
– per approfondire la nostra amicizia e per esprimere il comune desiderio del dono di una pace genuina e duratura – ha spiegato Francesco -, e quanti mi hanno accolto con calore a nome delle comunità musulmane, indù e buddiste e anche delle autorità civili. Sono grato al vescovo anglicano di Dhaka per la sua presenza, alle varie comunità cristiane e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa riunione». «Le parole che abbiamo ascoltato, ma anche i canti e le danze che hanno animato la nostra assemblea, ci hanno parlato in modo eloquente del desiderio di armonia, fraternità e pace contenuto negli insegnamenti delle religioni del mondo», ha proseguito il Papa: «Possa il nostro incontro di questo pomeriggio essere un chiaro segno degli sforzi dei leader e dei seguaci delle religioni presenti in questo Paese a vivere insieme nel rispetto reciproco e nella buona volontà».

1° dicembre 2017