Pandemia ed emozioni, il difficile dialogo con gli altri

Settembre può favorire un nuovo inizio. Siamo interconnessi, non prevalgano paura e angoscia. Abbiamo bisogno di sviluppare un pensiero creativo

Settembre è il mese che condensa e sintetizza numerose immagini, percezioni, progetti, aspettative… È il mese dell’anno che potremmo definire “il lunedì della settimana” da cui si ricomincia e si riparte, da cui si rimette mano a qualcosa dopo un’interruzione, da dove si ha un nuovo inizio. Quest’anno, questo settembre in tempo di pandemia, assume ancora più valenza rispetto alla complessità del periodo storico in cui viviamo.

Durante un’insolita stagione estiva caratterizzata dalla iniziale incertezza, prudenza, difficoltà a relazionarsi con un nuovo assetto, sia personale che relazionale-sociale, si è vista progressivamente un’evoluzione degli atteggiamenti e degli stili comportamentali che si sono polarizzati in due principali rappresentazioni: coloro che si sono “ribellati” alle restrizioni cercando di “negare” il vissuto emotivo esperito durante il lockdown, e nell’intento di fronteggiarlo hanno adottato comportamenti definibili “a rischio”; coloro che hanno “assorbito” il contagio emotivo e hanno sviluppato un nuovo assetto psichico-corporeo-sociale dove, nelle forme più estreme, ha comportato una rinuncia al vivere nelle modalità finora conosciute.

Fine lockdown Roma, ragazzi al parco con mascherina, maggio 2020Cosa ha prodotto questa polarizzazione? L’evidente difficoltà di dialogo ossia di confronto verbale che “attraversa” due o più persone nell’esprimere pensieri, sentimenti, che permetta di aprire ad una “lettura” trasversale della realtà, inclusiva dei molteplici aspetti che altrimenti rischiano di essere sovra o sottostimati. La pandemia “che è di tutto il popolo” sottolinea l’aspetto di inter-connessione tra gli esseri umani dove la condizione di salute fisica o di malattia, il pensiero, l’emotività, il comportamento di una persona influenza non solo chi è più vicino ma, come abbiamo avuto modo di constatare, influenza l’intera umanità, procedendo con una maggiore o minore “gradualità nel contagio”.

sindrome della capanna, paura post-covid, depressione, coronavirusL’interconnessione richiama a una responsabilità degli uni nei confronti degli altri ed è il perno del clima emotivo e dello status o condizione che ciascuno di noi contribuisce a creare: possiamo essere “portatori” di una certa rigidità rispetto alle polarizzazioni ed essere come coloro che acriticamente accettano qualsiasi informazione rischiando di esporre il proprio sistema interno ad una sovrastimolazione di angoscia panica, di cui i non pochi casi di suicidio sono una possibile manifestazione; oppure coloro che rifiutano globalmente qualsiasi informazione rischiando non solo di negare quanto è accaduto e sta accadendo, ma anche di esporsi ad un possibile contagio.

Come procedere? Settembre può essere il tempo del dialogo; del confronto; della possibile sintesi, pur nelle differenze delle posizioni, dove l’obiettivo è ampliare il campo di osservazione perché accogliere la complessità favorisce la formazione di un pensiero critico, permette di dare il proprio contributo sociale e di essere uomini e donne responsabili delle proprie scelte e delle proprie azioni. Settembre è il tempo da cui ripartire con la consapevolezza che molto è cambiato, che la vita che conoscevamo prima del contagio da Covid-19 è un meraviglioso “ricordo” da reinterpretare alla luce della complessità e non dell’appiattimento del dialogo.

giovani con mascherine, coronavirus, covid-19Abbiamo bisogno di sviluppare il “pensiero divergente”, il pensiero creativo, quella capacità della mente di poter produrre soluzioni alternative rispetto ad una questione data, dove non è utile una sola lettura di ciò che accade, favorente una certa rigidità di pensiero e di soluzioni, ma dove il dialogo tra le persone, l’incontro tra pensieri divergenti, l’interconnessione siano le risorse per “un nuovo inizio”. Abbiamo bisogno di appartenere “pandemicamente” alla grande famiglia chiamata umanità, sostenendoci, proteggendoci, liberandoci da schemi strutturati e codificati da chi potrebbe avere interesse a mantenere un controllo grazie alla paura. Non dobbiamo perdere la speranza, così come la storia dell’umanità ci insegna nel corso degli eventi dei secoli.

È necessario che la regìa della vita sia guidata non dalla paura e dall’angoscia panica ma dal far memoria come la bellezza, la cultura, l’arte, la relazione con Dio e con gli altri uomini siano le fonti da cui attingere per risollevare l’animo e la mente e da cui ripartire. Abbiamo bisogno di ricontestualizzare i gravi eventi accaduti cercando un nuovo assetto che includa la vita con i rischi del vivere. Settembre è “portatore di quegli anticorpi mentali” di cui abbiamo bisogno per non chiuderci ai progetti, alla speranza, alla vita. Come scriveva D’Annunzio, «Settembre, andiamo. È tempo di migrare». (Laura Boccanera, psicologa – psicoterapeuta)

18 settembre 2020