Anche la Santa Sede contribuirà ai lavori di restauro in corso nella basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, e in quella della Natività, a Betlemme. E lo darà con quella che Issa Amil Kassissieh, ambasciatore dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, definisce una «donazione sostanziosa». Lo ha confermato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, in un incontro avvenuto in Vaticano lunedì 27 febbraio. «I frati francescani della Custodia di Terra Santa – riferisce il diplomatico palestinese – diffonderanno una dichiarazione in cui annunceranno l’entità della donazione e il meccanismo con cui verrà versata. Fin d’ora, a nome del presidente dello Stato di Palestina, Mahmud Abbas, e del popolo palestinese, ho ringraziato la Santa Sede per l’impegno da essa profuso a sostegno della giustizia e della pace in Terra Santa, e dei luoghi dove è nato e dove è stato crocifisso Nostro Signore Gesù Cristo».

Il restauro della basilica della Natività, a Betlemme, ricorda l’Agenzia Fides, è iniziato nel 2013, e vede la collaborazione fra le tre comunità religiose – Greco Ortodossi, Armeni e Francescani della Custodia – che hanno specifici diritti e proprietà sulla chiesa, regolate dallo Status quo. Tre anni dopo sono iniziati i lavori all’Edicola del Santo Sepolcro. l’8 maggio 2016. Anche qui, il progetto di riqualificazione, con un costo di 3,3 milioni di dollari, viene sostenuto dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa greco-ortodossa e dalla Chiesa armena apostolica. Nell’aprile 201, il re di Giordania Abdallah II, si legge ancora su Fides, aveva già fatto pervenire sotto forma di “beneficienza reale” (Makruma) una consistente donazione personale a favore del progetto. Lo stesso ha fatto, nell’ottobre scorso, il presidente palestinese Mahmud Abbas, offrendo a titolo di “contributo personale” una donazione per sostenere i lavori di restauro dell’Edicola del Santo Sepolcro.

28 febbraio 2017