Palestina, con Elis e Campus il primo centro senologico

Nasce una “breast unit” nell’ospedale di Beit-Jala, vicino a Betlemme con l’obiettivo di garantire integrazione, tempestività e appropriatezza delle cure

Il carcinoma della mammella costituisce la patologia tumorale più frequente nelle donne e rappresenta la seconda causa di morte in Europa, la prima in Palestina, dove il cancro è causa diretta di circa il 13,7% dei decessi totali e il tumore al seno è la neoplasia più frequente, con una percentuale di casi pari al 16,9% del totale.

Per contribuire al rafforzamento del sistema sanitario palestinese in campo oncologico e, più specificamente, per aumentare il tasso di guarigione delle donne affette da cancro al seno nel bacino di utenza dell’ospedale di Beit-Jala, vicino a Betlemme, è stato attivato il primo centro senologico palestinese. Inaugurato ieri, 9 dicembre, alla presenza del ministro della Salute palestinese e del console della Repubblica Italiana, è il frutto di un progetto elaborato dalla Associazione Centro Elis e dal Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma insieme al Ministero della Sanità Palestinese, in raccordo con l’Ufficio in Palestina dell’Agenzia italiana della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.

«Grazie a questo progetto – chiosa Claudio Buoni, presidente del Comitato etico del Campus Biomedico – le donne palestinesi avranno a disposizione per tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico una “breast unit” in linea con gli standard internazionali e dotata di apparecchiature medicali di ultima generazione tra cui un ecografo e un mammografo con tomosintesi che permettono una diagnosi precoce, fino al 40% in più, del tumore alla mammella».

A garantire integrazione, tempestività e appropriatezza delle cure, «un radiologo, un oncologo, un chirurgo e un anatomopatologo, coordinati dalla figura della keys manager, una collega che coordinerà e organizzerà il lavoro dell’intera èquipe offrendo alle pazienti percorsi personalizzati». A spiegarlo è Antonella Grasso, chirurgo senologo della breast unit del Policlinico Campus Bio-Medico e responsabile per la formazione dei medici palestinesi.

Il progetto, della durata di 36 mesi e che proseguirà fino a metà del 2020, prevede corsi di formazione e seminari realizzati sia in Italia che in Palestina ma anche formazione a distanza per la ricerca congiunta sulle caratteristiche locali delle principali patologie senologiche. «In questi primi mesi di sinergia – riferisce ancora Grasso -, le competenze e il know how fornito dagli specialisti del Campus Bio Medico ai colleghi palestinesi hanno consentito la diagnosi in loco di 26 nuovi casi di tumore e l’esecuzione di oltre 120 procedure con un risparmio economico di oltre 200 mila dollari: fino ad oggi, infatti, le donne palestinesi erano costrette a rivolgersi ad ospedali anche al di fuori della Palestina per poter curare eventuali neoplasie mammarie».

Da rilevare «l’impatto emotivo positivo che deriva dal potersi curare senza allontanarsi dai propri luoghi e dagli affetti – spiega Jamal Ramlawi, medico italo-palestinese impegnato nel progetto – oltre al beneficio delle tempistiche di diagnosi e inizio della cura che possiamo definire dimezzate».

L’obiettivo è arrivare a seguire almeno 150 nuove pazienti l’anno, cioè circa il 40% dei casi neoplastici che si verificano ogni anno nell’area, con la speranza di poter raggiungere, entro il 2020, un tasso di guarigione sovrapponibile a quello delle donne europee, misurato in termini di aspettativa di vita a 5, 10 e 15 anni.

Felice di questa cooperazione si dice Davide Lottieri, vicepresidente dell’Università Campus Bio-Medico: «Da tanti anni stiamo costruendo legami con altri Paesi e con strutture universitarie in tutto il mondo per arricchire i nostri studenti e rispondere alla terza missione dell’università ossia lavorare sulla ricadute concrete sociali e culturali dello studio, secondo il nostro motto: “La scienza è per l’uomo”».

 

10 dicembre 2018