Pakistan, cittadina scossa dalla conversione di una ragazza musulmana

La testimonianza raccolta da Aiuto alla Chiesa che soffre: oltre 300 famiglie hanno abbandonato il quartiere. Si temono attacchi contro i cristiani

La testimonianza raccolta da Aiuto alla Chiesa che soffre: oltre 300 famiglie hanno abbandonato il quartiere. Si temono attacchi contro i cristiani

Quartiere West Colony di Jhelum, cittadina del Punjab in Pakistan. È qui che domenica scorsa, 10 luglio, una ragazza musulmana si è convertita al cristianesimo, per poi sposare il pastore protestante Nadeem Joseph, del quartiere Father Colony del vicino centro di
Sarae-e-Alamghir. A battezzarla, il pastore Qandeel di West Colony, dove da domenica sono rimaste solo poche famiglie, tra case vuote e infissi sbarrati. Pronte al peggio. Si temono infatti attacchi da parte dei musulmani. «Oltre 300 famiglie hanno abbandonato il quartiere – racconta alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre Hakeem Yousaf Feroze, 67 anni, di West Colony -. Ora la situazione è tesa perché è giunta voce che i musulmani potrebbero dar fuoco alle nostre case domani, 15 luglio, dopo la preghiera del venerdì». Una delegazione di imam di Sarae-e-Alamghir si sarebbe recata nei giorni scorsi alla locale stazione di polizia, dichiarando l’intento di esortare i propri fedeli a incendiare le
abitazioni cristiane e chiedendo agli agenti di non intervenire. «Non sarebbe la prima volta – dichiara Shahid Mobee, figlio di Yousaf Feroze e docente alla Pontificia Università Lateranense – che gli agenti si limitano a fare da spettatori a massacri anticristiani».

Intanto a West Colony sono giunti già da domenica scorsa i ranger dell’esercito pachistano e gli agenti coordinati dal capo della polizia di Jhelum, Kamran Mumtaz. Seguono la situazione da vicino sia il ministro federale per i diritti umani, il cristiano Kamran Michael, che il ministro per i diritti umani e per gli affari delle minoranze del Punjab, il cattolico Tahir Khalil Sindhu, membro, fra le altre cose, del collegio difensivo di Asia Bibi. «C’è la  possibilità di un attacco – dichiara – ma la polizia ha tutto sotto controllo». A complicare le cose, anche un’accusa di blasfemia ai danni del pastore Nadeem Joseph, arrivata proprio all’indomani delle nozze con la musulmana convertita: un amico islamico lo ha denunciato per avergli inviato via whatsapp una poesia dal contenuto blasfemo. Sono in molti però, informano da Acs, a credere che si tratti di una vendetta da parte della comunità islamica. Il pastore, tra l’altro, dopo essere fuggito domenica scorsa ieri, mercoledì 13 luglio, si è consegnato alla polizia. Un fattore, quest’ultimo, che potrebbe contribuire a evitare eventuali attacchi anticristani. Sulla veridicità delle accuse, comunque, il ministro Sindhu assicura: «Verificheremo. Abbiamo molti casi purtroppo sia di blasfemia che di altro tipo. Proprio ieri ho parlato con un’adolescente cattolica di 13 anni, disabile, stuprata da un musulmano».

Le famiglie cristiane rimaste a West Colony attendono la preghiera del venerdì, confortati dalla solidarietà di alcuni vicini musulmani che si sono messi a disposizione per difendere le abitazioni. «Abbiamo paura – dichiara ancora Yousaf Feroze -: nessuno esce di casa neanche per comprare il latte e i nostri figli, che in questi giorni avevano gli esami, non possono nemmeno andare a scuola».

14 luglio 2016