Pakistan, ancora violenza su una famiglia cristiana

La casa ridotta in cenere, per accaparrarsi la terra. La vittima, 38 anni: «Nonostante i testimoni, polizia riluttante a registrare denuncia ufficiale»

La casa ridotta in cenere, per accaparrarsi il terreno. La vittima, 38 anni: «Nonostante testimoni oculari, polizia riluttante a registrare una denuncia ufficiale»

Dal Pakistan arriva la notizia di un’altra azione di violenza a danno dei cristiani: a Islamabad il 10 settembre una famiglia ha rischiato di essere bruciata viva nell’aggressione da parte di un gruppo di musulmani che volevano rubarle la terra. Lo riferisce l’agenzia Fides, attraverso le parole dell’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill. Gli occupanti sono riusciti a mettersi in salvo fuggendo. Il motivo dell’aggressione, secondo Gill, va ricercato nel fenomeno del land grabbing, vale a dire dell’accaparramento della terra: alle persone più deboli e vulnerabili della società – come appunto i cristiani – vengono strappati i beni con la violenza, in modo assolutamente illegale.

La vittima, il cristiano Boota Masih, 38 anni, commerciante di frutta, e sua moglie, insegnante, hanno raccontato di persone che sono entrate con violenza in casa, minacciando. Al loro rifiuto di lasciare l’abitazione, si legge nella nota dell’agenzia Fides, «i musulmani hanno iniziato a picchiare e poi hanno sparso benzina per dare fuoco alla casa, chiudendo a chiave Boota e la sua famiglia dentro una stanza. I cristiani sono riusciti a salvarsi rompendo una finestra e fuggendo». A chiamare polizia e vicili del fuoco, altri cristiani locali.

Masih, rende noto l’agenzia, aveva acquistato la casa dalla famiglia del musulmano Ghulam, che ne rivendica «inspiegabilmente e con violenza la proprietà». Nel silenzio delle forze dell’ordine. Masih rricorda infati che «nonostante la presenza di testimoni oculari, la polizia locale è stata riluttante a registrare una denuncia ufficiale». Proprio per questo, in una nota inviata a Fides l’avvocato Gill condanna con forza questi atti di violenza «che creano paura e insicurezza tra i cristiani» e invita le autorità  ad adottare misure severe per far rispettare la legge e punire i colpevoli.

22 settembre 2015