Padre Zollner lascia la Pontificia Commissione tutela minori

Le dimissioni il 14 marzo. «Informazioni insufficienti e comunicazioni vaghe su alcune decisioni. Intendo concentrarmi sul ruolo di consulente della diocesi di Roma»

«Dopo essere stato membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori per nove anni, ho presentato le mie dimissioni che sono state accettate il 14 marzo 2023». Lo ha reso noto ieri, 29 marzo, padre Hans Zollner, in una dichiarazione diffusa dopo la notizia della sua rinuncia a tale incarico. «Nel corso del mio lavoro con la commissione, ho notato delle questioni che richiedono di essere affrontate con particolare urgenza e che mi hanno reso impossibile continuare», è la denuncia del gesuita, che parla di una preoccupazione che «è andata aumentando» negli ultimi anni relativamente al mondo in cui la Commissione ha perseguito l’obiettivo della tutela del minori, «soprattutto in materia di responsabilità, compliance, accountability e trasparenza». Principi, questi, che secondo Zollner «qualsiasi istituzione ecclesiastica, tanto più la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, è tenuta a rispettare».

Ad alimentare la preoccupazione del religioso, la «mancanza di chiarezza sul processo di selezione dei membri e del personale, i loro rispettivi ruoli e responsabilità», ma anche una «responsabilità e accountability finanziaria inadeguata». Nelle sue parole, «è fondamentale che la Commissione mostri chiaramente l’uso fatto dei fondi nel suo lavoro». Inoltre, per il gesuita, «dovrebbe esserci trasparenza sulle modalità di decisione all’interno della Commissione». Al contrario, denuncia, «troppo spesso ai membri sono state fornite informazioni insufficienti e comunicazioni vaghe riguardo al modo in cui sono state prese alcune decisioni». Infine, «non sono a conoscenza di norme che regolino il rapporto tra la commissione e il dicastero per la Dottrina della fede, dal momento che la Commissione è stata inserita nel dicastero lo scorso giugno».

Problemi «strutturali e pratici», dunque, che lo hanno spinto a «dissociarsi» dall’organismo pontificio. «Intendo invece concentrarmi sul mio nuovo ruolo come consulente della diocesi di Roma e di direttore dell’Istituto di Antropologia (Iadc) – afferma -, nell’impegno di rendere il mondo un posto più sicuro per i bambini e le persone vulnerabili attraverso i nostri sforzi accademici e scientifici. Rimango disponibile a confrontarmi con la Commissione sul tema del safeguarding e spero che le questioni sopra menzionate possano essere risolte in modo efficace».

30 marzo 2023