Padre Paolo Bachelet, una vita per giovani e famiglie

Il gesuita, morto a Roma a 98 anni, fu cappellano alla Sapienza per 14 anni. Contribuì alla nascita dell’associazione Famiglie separate cristiane

«In un momento storico in cui sembra che l’umanità viva una fase d’involuzione dei valori, il ricordo del passato va nutrito vivendo e testimoniando quelle qualità di cui Vittorio è stato un esempio: la legalità, il disinteresse, il dialogo, l’attuazione del Concilio, nell’assunzione delle proprie responsabilità all’interno della società civile e della Chiesa, coniugando la fedeltà dei principi con la distinzione degli ambiti». Così diceva il gesuita padre Paolo Bachelet a Roma Sette in un’intervista del 2007, ricordando la figura del fratello Vittorio, assassinato il 12 febbraio 1980 dalle Brigate rosse. Indicava all’attenzione di tutti qualità e valori che lui per primo ha vissuto nella sua esistenza spesa al servizio degli altri. Una esistenza conclusa serenamente a 98 anni nella notte che precedeva la solennità di Tutti i Santi e in uno stile di discrezione, quello che prediligeva. La notizia è stata diffusa infatti dopo i funerali, celebrati nella Chiesa del Gesù.

Padre Paolo era l’ultimo sopravvissuto dei nove fratelli Bachelet. «I funerali, celebrati alla presenza di gesuiti e altri religiosi, hanno testimoniato la gratitudine e l’omaggio a un religioso del carisma di Ignazio sempre attento a costruire rapporti di unità e di dialogo», commenta padre Armando Ceccarelli. Paolo Bachelet era nato il 29 marzo 1922 a Roma ed era  entrato nella Compagnia di Gesù il 7 dicembre 1941. Una vita ispirata dalla spiritualità del movimento dei Focolari, che aveva conosciuto durante gli anni di studio in Gregoriana, mentre studiava filosofia e contemporaneamente conseguiva la laura in Lettere alla Sapienza.

Come si legge sul sito dei gesuiti, padre Paolo era il confessore più ricercato dai seminaristi del Collegio Leoniano di Anagni, dove viene inviato, dopo l’ordinazione avvenuta il 3 febbraio 1958, come economo, ministro, prefetto di disciplina e docente di italiano e latino al liceo. Poi, gli impegni nella scuola prima a Villa Mondragone, poi a Livorno. Negli anni successivi si occupa dell’Associazione “Famiglie numerose” e ne diventa consultore ecclesiastico.

Il 1987 è l’anno della nomina a cappellano della Sapienza di Roma, dove fa confluire i frutti dell’esperienza educativa precedente nel servizio di pastorale universitaria. Vi resterà fino al 2001. «In questi anni – ricorda padre Ceccarelli – era molto amato sia dagli studenti che dai docenti universitari, che si rivolgevano a lui per consiglio e guida spirituale. Per carattere e per esperienza, oltre che per una buona capacità intellettuale e di studio, sapeva sempre costruire rapporti di unità e di dialogo. Aveva un buon tratto con tutti, grande discrezione e rispetto delle persone. Colpiva tutti per la sua capacità di ascolto».

Così lo ricorda una studentessa dell’epoca, oggi insegnante di Italiano in una scuola romana: «Dietro agli occhiali uno sguardo dolce e curioso. Sempre festoso nei saluti. Grato quando mi vedeva entrare nella cappella dell’adorazione alle 7.30 del mattino, prima delle lezioni in facoltà. Ti raggiunga il mio grazie come una carezza». E il suo confratello ricorda: «Spesso diceva che in molti colloqui si trovava di fronte a temi per cui non aveva la risposta pronta. Non se ne preoccupava perché constatava che chi gli confidava un problema, con l’ascolto così discreto ed attento di lui come accompagnatore, trovava da sé la luce e la risposta. Padre Paolo comunicava questo come esperienza concreta della presenza di Gesù nel colloquio spirituale».

Padre Bachelet ha speso gran parte della sua vita accanto alle famiglie. Negli anni ’90 ha contribuito alla formazione dell’associazione Famiglie Separate Cristiane e negli anni più recenti ha avuto grande attenzione alla preparazione e allo svolgimento del Sinodo sulla famiglia.

5 novembre 2020