Padre Lombardi: il Papa chiama alla solidarietà l’Europa intera

La dichiarazione del portavoce vaticano: «È un appello a una risposta creativa e generosa, in preparazione al Giubileo della Misericordia»

La dichiarazione del portavoce vaticano: «È un appello a una risposta creativa e generosa, nel contesto della preparazione al Giubileo della Misericordia»

«Il Papa vuole che in tutta l’Europa – attenzione in “‘tutta” l’Europa e non solo in qualche luogo particolare di essa – la comunità cattolica si faccia animatrice di accoglienza in una situazione in cui la gravità dei problemi dei profughi e dei migranti si manifestano come la frontiera più attuale e urgente della solidarietà concreta in un orizzonte continentale». Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi commenta con queste parole il «fortissimo» appello lanciato dal Papa nella preghiera dell’Angelus di ieri, domenica 6 settembre, a proposito dell’acoglienza dei profughi in ogni parrocchia.

Nella dichiarazione diffusa ieri padre Lombardi sottolinea come si tratti di «un appello alla solidarietà e all’accoglienza, a una risposta creativa e generosa, che nasce dal cuore del Papa nel contesto della preparazione a un Giubileo della Misericordia che si deve attuare in particolare attraverso le opere, e non si riferisce a un piano operativo e organizzativo predefinito». Parlando delle parrocchia infatti, precisa il portavoce vaticano, il Papa intende «le comunità parrocchiali come comunità inserite nel territorio e non solo i parroci con le case ‘canoniche; e le comunità parrocchiali potranno trovare in forme diverse le vie adatte per realizzare l’accoglienza».

L’appello di Francesco, spiega il direttore della Sala stampa vaticana, chiama in causa anche le comunità religiose. Tornano alla mente, fa notare padre Lombardi, le «parole forti» che aveva già usato tempo nella visita al Centro Astalli di due anni fa, il 10 settembre 2013, a proposito dei ‘conventi vuoti: «‘Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti…. Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire».
Ultima precisazione dal portavoce vaticano riguardo alle «due parrocchie» della Santa Sede. Il pontefice, spiega nella sua dichiarazione, «si riferisce alla parrocchia di Sant’Anna e alla basilica di San Pietro, che sono due realtà assai diverse l’una dall’altra e troveranno quindi ognuna il modo proprio per rispondere all’appello del Papa».
7 settembre 2015