Padre Gabriele Amorth, una vita in lotta con il diavolo

L’esorcista paolino si è spento il 16 settembre. I funerali lunedì 19 a Santa Maria Regina degli Apostoli. Gli inizi con padre Candido Amantini

L’esorcista paolino si è spento a Roma il 16 settembre. I funerali lunedì 19 a Santa Maria Regina degli Apostoli. Gli inizi con padre Candido Amantini

La sua lotta terrena con il maligno è terminata ma pochi mesi fa aveva confidato ad un amico: «Anche quando sarò lassù al diavolo gli rompo le corna». Padre Gabriele Amorth, l’esorcista più conosciuto al mondo, è morto venerdì 16 settembre a Roma, all’età di 91 anni. I funerali si tengono oggi, lunedì 19 settembre, alle ore 15 nella parrocchia-santuario di Santa Maria Regina degli Apostoli, in via Antonino Pio 75.

Nato a Modena il 1° maggio 1925 da una famiglia molto cattolica, aveva 5 fratelli maschi. La vocazione sacerdotale è nata in lui in giovane età, già a 10 anni, desiderio mai abbandonato nonostante la guerra lo abbiano condotto per qualche tempo su un’altra strada. È stato partigiano, a 20 anni gli fu conferita la Croce di guerra al valor militare, quindi ha conseguito una laurea in legge come il padre e il nonno, stava per intraprendere la carriera politica al fianco di Giulio Andreotti che lo nominò vice delegato nazionale dei Movimenti giovanili della Democrazia Cristiana. Ma il ricordo di un incontro avuto a 17 anni con il beato Giacomo Alberione, fondatore della Società San Paolo, era rimasto vivido in lui tanto che a 22 anni lascia tutto ed entra nella Casa Madre della congregazione, ad Alba. È stato formatore dei giovani aspiranti paolini, professore di liceo, animatore spirituale di diversi istituti laicali della Famiglia Paolina, giornalista. È stato tra l’altro fondatore dell’Associazione internazionale degli esorcisti, ricoprendo il ruolo di presidente fino al 2000, e socio onorario dell’associazione “Famiglia della Luce con Camilla”, l’unica in Italia che si dedica all’accompagnamento delle persone con problemi spirituali.

La sua nomina ad esorcista nacque per caso in seguito a un incontro con il cardinale Ugo Poletti, del quale era amico fraterno. Fu quest’ultimo a proporgli di intraprendere questo nuovo cammino e lo inviò da padre Candido Amantini, esorcista alla Scala Santa, il quale, dopo pochissimi incontri, lo lasciò libero di praticare esorcismi da solo. Il suo primo caso riguardava una persona gravemente posseduta. «Quello fu il suo battesimo e si rese conto che c’era bisogno di fare uscire queste preghiere e questa problematica – afferma Francesco Casadei, nome d’arte di un giornalista lombardo che anni fa fu esorcizzato da padre Amorth -. La sua missione è stata quella di portare luce su una modalità di preghiera che nella Chiesa era stata accantonata e vista quasi con fatica».

Casadei ha conosciuto don Amorth 15 anni fa e ricorda «il suo sorriso e la sua ironia». «Ha incarnato in modo inconsueto la misericordia – prosegue – e tornare al Padre nell’Anno della Misericordia è stato uno dei tanti segni profetici che ci ha lasciato, insieme a un’eredità spirituale enorme che ha permesso a moltissimi sacerdoti di prendere coscienza del problema delle possessioni demoniache. In quasi tutte le diocesi d’Italia e in molte nel mondo c’è un esorcista e oggi il maligno ha le porte sempre più chiuse perché c’è molta più consapevolezza. E se sono tanto chiuse lo si deve al fatto che padre Amorth ha spalancato sulla terra le porte al combattimento viso a viso con il diavolo».

Grande caratteristica della personalità di don Gabriele era quella di riuscire a separare perfettamente la persona dall’opera del maligno. «Capita che quando si vede una persona gravemente posseduta la si identifichi con il diavolo – conclude Casadei -, invece lui separava le due cose: la persona era sacra nella sua sofferenza mentre quello che il maligno operava era da combattere. Irrideva il maligno e aveva la certezza della protezione di Maria».

19 settembre 2016