Padre Amantini «sacerdote secondo il cuore di Dio»

Chiusa, in Vicariato, l’inchiesta diocesana sulla fama di santità del passionista della Scala Santa. Per anni è stato l’unico esorcista della diocesi di Roma

Chiusa, in Vicariato, l’inchiesta diocesana sulla fama di santità del passionista della Scala Santa. Per anni è stato l’unico esorcista della diocesi di Roma 

Esempio concreto di lotta contro il maligno. Sacerdote dotato di pietà, scienza, prudenza ed integrità di vita, di viva preghiera, misticamente unito alla spiritualità della Croce. Questo il profilo del Servo di Dio Padre Candido Amantini, letto dal vicario giudiziale del Tribunale diocesano, monsignor Slawomir Oder in occasione della chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità del sacerdote passionista. La cerimonia si è svolta venerdì 25 novembre nell’Aula della Conciliazione del Palazzo del Vicariato.

Padre Candido, al secolo Eraldo, è stato per anni l’unico esorcista della diocesi di Roma e ha esercitato il suo ministero nel santuario della Scala Santa. La sua caratteristica principale era la pazienza. Come ha affermato monsignor Oder «non rifiutava mai di ricevere o ascoltare qualcuno. Era animato da quella profonda carità verso il prossimo che trovava il suo modello nella pazienza e tenerezza di una madre. Fin dalle tre di notte molti si accalcavano davanti al Santuario per poter essere ricevuti e lui, senza risparmiarsi, seguiva tutti spiritualmente».

È stato guida saggia e prudente, in particolare per tutti coloro che, in un mondo dominato dal materialismo ed incline al male, erano alla ricerca di un senso profondo e cristiano della loro esistenza. San Pio da Pietrelcina lo definì «un sacerdote secondo il cuore di Dio». Nato in provincia di Grosseto nel 1914, a 12 anni entrò nel seminario minore dei Passionisti di Nettuno conosciuti durante una missione da loro predicata nella sua parrocchia a Bagnolo. A 15 anni iniziò il noviziato e a 23 fu ordinato sacerdote nella Congregazione dei Passionisti.

La sua formazione fu particolarmente segnata dall’incontro con il Venerabile Nazareno Santolini, suo primo maestro di noviziato, del quale ha sempre cercato di imitarne le virtù. Padre Amantini frequentò il Pontificio Istituto Biblico e contemporaneamente insegnò Sacra Scrittura nel seminario di Tavernuzze: conosceva bene greco, ebraico, tedesco e sanscrito. Tra il 1962 e il 1963 venne ufficialmente nominato esorcista e in poco tempo il suo nome divenne noto in tutta l’Italia e anche all’estero. Trascorreva ore nel confessionale, provava una sincera compassione nei confronti delle persone che si rivolgevano a lui e sperava fermamente di poterle salvare e liberare dal male e dal maligno.

È morto il 22 settembre 1992 nel Pontificio Santuario della Scala Santa dove è sepolto dal 21 marzo 2012. Ai nipoti Renato e Lucia ha lasciato una «importante eredità spirituale». «Tutta la sua vita è stata per noi un esempio da seguire – afferma Renato –. Mi tornano in mente le benedizioni che ci impartiva. Ogni volta avvertivo un peso sulla testa e una infinita pace e leggerezza nel cuore». «Anche se ci vedevamo poco era sempre presente per noi, pronto a darci consigli – aggiunge Lucia –. Ancora oggi, quando ho un problema, mi rivolgo a lui nella preghiera e lo sento sempre molto vicino».

Seduto in prima fila padre Carlo Fioravanti, passionista della Scala Santa. Padre Candido è stato suo direttore e padre spirituale. «È morto tra le mie braccia – ricorda commosso –. Da lui ho imparato il grande amore per Gesù Cristo e per il prossimo. Per me era un santo già in vita anche perché ogni volta che io entravo nel suo ufficio avvertivo profumo di rose».

Presenti alla cerimonia per la chiusura dell’inchiesta diocesana anche: padre Ottavio d’Egidio, superiore generale emerito dei padri Passionisti, padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione Internazionale esorcisti e padre Francesco Guerra, rettore del Santuario della Scala Santa.

25 novembre 2016