Ottobre missionario: una mostra per raccontare il mondo “da un’altra prospettiva”

Un percorso mirato con 13 roll-up, totem e pannelli realizzato dalla Comunità di Villaregia, a San Giuseppe dei Falegnami. Padre Albanese: «Si acuiscono le disuguaglianze, serve ricucire lo strappo». Il 19 ottobre la Veglia diocesana a San Paolo fuori le mura

L’ottobre missionario 2024 si apre con la mostra allestita nell’oratorio della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano, intitolata “Missione che passione! Il mondo visto da un’altra prospettiva”. L’inaugurazione ufficiale domani, 2 ottobre, con la Messa delle 19 presieduta dal vescovo Baldo Reina, che al termine del rito benedirà l’esposizione. La celebrazione darà il via al mese missionario nella diocesi di Roma, che avrà il suo momento culminante nella veglia missionaria diocesana, il 19 ottobre nella basilica di San Paolo fuori le Mura, alle ore 20.30, presieduta dal vicegerente della diocesi, alla vigilia della Giornata missionaria mondiale, che si celebrerà in tutte le parrocchie domenica 20 ottobre.

La mostra missionaria è pensata per grandi e piccoli: un percorso educativo per comprendere l’importanza dell’evangelizzazione come risposta ai bisogni spirituali e materiali di coloro che vivono nelle giovani Chiese. Un’attenzione particolare viene posta alle sfide dello sviluppo e dei diritti umani nel mondo. Realizzata dalla Comunità Missionaria di Villaregia, è un vero e proprio viaggio in terre geograficamente distanti, ma a noi prossime nella fede. Attraverso 13 roll-up e una decina di totem e pannelli, il visitatore intraprende un percorso sensoriale e stimolante che lo conduce a immergersi in differenti realtà del mondo e a scoprire aspetti sorprendenti e realtà toccanti. Disuguaglianze economiche, povertà e spreco alimentare, diritto al cibo e all’acqua, diritto all’istruzione sono solo alcune delle tematiche che vengono affrontate attraverso il percorso espositivo.

«La mostra missionaria sarà permanente per tutto il Giubileo – sottolinea padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese -. L’intento è quello di capire che nella società contemporanea stanno avvenendo repentini cambiamenti che acuiscono a dismisura le disuguaglianze, e quindi oggi la missione serve a ricucire lo strappo. Se da una parte c’è progresso dall’altra c’è regresso, se da una parte c’è ricchezza dall’altra c’è povertà, se da una parte c’è benessere dall’altra c’è malessere. Ricucire lo strappo vuole dire, evangelicamente, che siamo tutti fratelli, tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo». A cominciare da quelli che sono i segni dei tempi nelle periferie del mondo, «fatti e accadimenti che spesso non vengono mediatizzati – prosegue padre Albanese -: l’esclusione sociale, le guerre dimenticate, l’analfabetismo, lo sfruttamento del lavoro minorile, l’investimento spregiudicato nel business delle armi. Tutto questo ci interpella. Ecco che allora, partendo da quello che avviene nell’agorà del mondo, il Vangelo rappresenta l’antidoto contro quelli che sono gli oscuri presagi del nostro tempo. Un Vangelo di pace di cui i nostri missionari e missionarie sono interpreti, araldi della buona notizia. L’intento è quello di aiutare i visitatori a guardare oltre la linea dell’orizzonte, nella cristiana certezza che la storia, la nostra storia, nella fede, è storia di salvezza per tutti».

Per quanto concerne il tema della Giornata missionaria mondiale – «Venite al banchetto tutti» (Mt 22,9) – la preoccupazione maggiore riguarda l’invio di missionari e di missionarie dalla nostra diocesi di Roma. Quanti sono in procinto di partire, riceveranno la croce e il mandato nel corso della veglia missionaria del 19 ottobre, a San Paolo fori le mura. La liturgia sarà arricchita dalle testimonianze di suor Mabel Mariotti, missionaria comboniana, vicedirettrice della Caritas di Pavia; suor Antonietta Papa, missionaria della congregazione Figlie di Maria Missionarie, responsabile del progetto Uisg  Migranti in Sicilia; e di monsignor Giovanni Crippa, missionario della Consolata, vescovo in Brasile, che racconterà il miracolo dell’indio Sorino per intercessione del beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, che il giorno seguente verrà canonizzato da Papa Francesco.

«Il tema della Giornata missionaria mondiale è in linea con la nostra mostra – osserva ancora padre Albanese – perché intende affermare quella fratellanza universale che trova il suo incipit nella comunità dei credenti riuniti attorno alla mensa della Parola e del pane spezzato». Il mese missionario è anche un’occasione per sottolineare due aspetti importanti, conclude il direttore dell’Ufficio diocesano: «Il primo è quello vocazionale, perché c’è bisogno di anime generose disposte a uscire fuori dalle mura per raggiungere i crocicchi delle strade, non solo quelle geografiche ma anche esistenziali. Un’attenzione particolare deve essere poi rivolta al tema della solidarietà: è bene ricordare che la raccolta per la Giornata missionaria mondiale non deve essere intesa come carità “pelosa”, ma come partecipazione al banchetto. Le offerte saranno devolute al fondo universale sotto l’egida delle Pontificie Opere Missionarie Internazionali per sostenere le giovani Chiese nelle periferie del mondo».

Papa Francesco lo ricorda nel messaggio preparato per la Giornata missionaria mondiale: «La missione per tutti richiede l’impegno di tutti. Occorre perciò continuare il cammino verso una Chiesa tutta sinodale-missionaria a servizio del Vangelo. La sinodalità è di per sé missionaria e, viceversa, la missione è sempre sinodale. Pertanto, una stretta cooperazione missionaria risulta oggi ancora più urgente e necessaria nella Chiesa universale come pure nelle Chiese particolari».

1° ottobre 2024