Ostia Antica, dove il patrimonio archeologico si riconcilia con la cosa pubblica

Inaugurate le conversazioni di “Archeologia pubblica e legalità”, nell’Antiquarium del Parco. L’intervento di Louis Godart su “Cittadinanza europea e diritti civili”: «Una civiltà che si chiude è una civiltà morta»

Dare un contributo civile anche con la cultura è l’obiettivo del direttore del Parco archeologico di Ostia Antica – 15 aree archeologiche con due porti imperiali e la città antica più estesa d’Europa – Maria Rosaria Barbera tramite il ciclo di incontri pubblici sul tema “Vediamoci a Ostia Antica. Conversazioni di Archeologia pubblica e legalità”. Dieci appuntamenti di crescita civile e culturale offerti da archeologi e da protagonisti della scena pubblica, che rendono il Parco luogo di dialogo e confronto tra istituzioni e cittadinanza. A inaugurarli, il 28 marzo una conversazione sull’evoluzione paleoambientale del suolo di Ostia antica, con Paola Germoni, Alessandra Ghelli e Carlo Rosa. Poco dopo, mercoledì 18 aprile, Louis Godart, archeologo, studioso delle civiltà egee, accademico dei Lincei, consigliere del sottosegretario per le Politiche e gli Affari europei, è intervenuto sul tema “Cittadinanza europea e diritti civili”.

«A Ostia antica convivevano diverse etnie – ha evidenziato Godart nel suo intervento -. Ostia era un porto, una finestra aperta sul mondo attraverso cui Roma è riuscita a trasmettere all’Europa un messaggio di civiltà, tra cui il modo di accogliere chi bussava alle sue porte. Roma era accogliente ed è stato il successo dell’impero saper integrare le popolazioni». E citando l’episodio delle figlie di Danao fuggite a un matrimonio non desiderato e accolte ad Argo, ha aggiunto «non possiamo chiudere le porte a chi fugge da guerre ma allo stesso tempo dobbiamo chiedere che siano rispettate le nostre leggi: una sapienza che dalla Grecia è passata a Roma, al mondo intero. Venti preoccupanti soffiano in Europa, dimenticando il messaggio dei suoi padri fondatori: una civiltà che si chiude è una civiltà morta».

Anche Barbera ha sottolineato che «Ostia Antica è un presidio dello Stato: riconcilia attraverso la cultura, il patrimonio archeologico, naturalistico e ambientale con il mondo della cosa pubblica. L’idea di riportare la res pubblica e il mondo delle regole, della legalità nasce per ricostituire un presidio che faccia cultura, inclusione sociale e ricordi a tutti che questa è una comunità portatrice di valori». Sulla ricostruzione di un tessuto sociale hanno insistito  anche i parroci e gli operatori sociali: «Anche il Parco di Ostia Antica vuole dare un contributo e ha trovato per questo la collaborazione di protagonisti dell’impegno civile e della ricerca da Louis Godart a Domenico Vulpiani, passando per Salvatore Settis, Carlo Pavolini, Pasqualino Toscani, Christian Greco, Rossella Rea e molti altri, tutti risoluti a porre la riflessione pubblica e la cultura al fianco e oltre il perimetro dell’opera compiuta sul territorio dagli uffici investigativi e giurisdizionali dello Stato».

Nel prossimo appuntamento, l’8 maggio, focus sugli “Scavi nei cantieri della metro C” che porterà a Ostia Antica le straordinarie scoperte, videoriprese, della Roma archeologica emersa a 20 metri di profondità. Ancora, il 29 maggio si parlerà di “Cultura e legalità, idee per Ostia” e il 14 giugno di “Archeologia pubblica, per riavvicinare cittadini e territorio”.  “Comunicare l’archeologia al tempo dei social” è il tema dell’incontro del 10 luglio. L’11 settembre in agenda “Il porto dell’imperatore”, l’11 ottobre un dialogo tra egittologia e  scienza. Ultimi due incontri il 6 novembre con “Ostia tardo antica, il lusso in tempo di crisi” e il 5 dicembre “Litorale romano, idee di riserva”.

Tutti gli eventi culturali, gratuiti, si tengono nell’Antiquarium del Parco, in via dei Romangoli 717. Iscrizioni direttamente online.

20 aprile 2018