Ostello Caritas, i volontari: «Guardiamo Roma con un altro occhio»

A parlare è Stefania Protano, coordinatrice del servizio itinerante notturno: «Termini è sotto i riflettori, ma ci sono tanti altri angoli di Roma in cui si incontrano marginalità»

L’ostello di via Marsala è un luogo in cui sembra che tutto finisca, ma in realtà è un posto da cui tutto riparte. La permanenza qui non ha una scadenza. «I tempi variano a seconda della persona e dei progetti che cerchiamo di costruire anche tramite i centri di ascolto», spiega Stefania Protano. È lei a coordinare il servizio itinerante notturno Caritas dei volontari che, quando cala il sole, setacciano la città per monitorare la condizione di persone già note o per aiutare chi è nuovo in strada. «È importante intercettare subito chi finisce in strada, perché gli si offre più speranza», spiega Gigi. Ha 32 anni e dal 2021 si spende nel volontariato. «È una cosa che mi ha cambiato», dice raccontando un impegno capace di invertire la prospettiva di chiunque: «Oggi guardo la strada e i vicoli di Roma con un altro occhio».

L’intervento dei volontari è essenziale per evitare che le persone senza dimora si rassegnino a una vita che non vorrebbe nessuno. Ma per salvarle serve tessere un legame di fiducia, perché «nella fiducia c’è conoscenza», aggiunge Gigi. Nel suo ultimo giro in strada c’era anche Federico. «Siamo andati al Quadraro, passando per la zona di Arco Travertino e Lucio Sestio, e poi a piazza Vittorio», dice. Ha 54 anni e anche lui “pattuglia” la città da circa due anni. «Quando usciamo non abbiamo sempre la disponibilità per accogliere subito le persone che incontriamo», spiega. In questi casi, però, ci si accerta almeno che le persone siano a conoscenza delle mense e dei servizi di Caritas. «E se hanno altre necessità li indirizziamo in uno dei due centri di ascolto: quello per italiani e quello per stranieri», aggiunge Federico.

A Roma i posti letto sono 1.200, certamente meno delle persone in strada. A luglio il Comune renderà noto il risultato del primo censimento (avviato nel rione Esquilino) per contare quanti senza tetto stanziano in città e per poter rispondere con misure di inclusione adeguate a un fenomeno che non riguarda solo la stazione centrale. «Termini è tanto sotto i riflettori, ma ci sono tanti altri angoli di Roma in cui si incontrano marginalità», commenta Protano. È il caso della pineta di Ostia o dei giardini pubblici. Non sono luoghi in cui regna l’insicurezza, ma posti in cui il confine tra rassegnazione e speranza è labile. Sono giacigli di disagio in cui una mano tesa fa la differenza.

22 giugno 2023