Osservasalute: dove c’è prevezione diminuiscono le morti per tumore

Gli italiani cominciano a occuparsi in maniera più proattiva della propria salute, facendo più sport. Aumentata la percentuale degli obesi e dei fumatori nella popolazione over 14 anni

Laddove la prevenzione funziona, la salute degli italiani è più al sicuro, con meno morti per tumori e malattie croniche come il diabete e l’ipertensione, diminuiti del 20% in 12 anni. Gli italiani, inoltre, cominciano a occuparsi in maniera più proattiva della propria salute, facendo più sport (nel 2016 il 34,8% della popolazione, pari a circa 20 milioni e 485 mila). Scontano ancora, però, tanti problemi, in primis quelli con la bilancia: nel periodo 2001-2016 è aumentata del 33,9% la percentuale delle persone in sovrappeso, soprattutto è aumentata la quota degli obesi e anche il vizio del fumo resta stabile: si stima fumi il 19,8% della popolazione over-14 anni.

Sono alcuni dei dati emersi dalla XV edizione del Rapporto Osservasalute 2017 curato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane presentato questa mattina, 19 aprile, presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Il volume, frutto del lavoro di 197 ricercatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, è suddiviso in due parti: la prima dedicata alla salute e ai bisogni della popolazione, la seconda ai
sistemi sanitari regionali nonché alla qualità dei servizi. «L’obiettivo è evidenziare le aree di eccellenza della Sanità pubblica – ha spiegato Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle regioni italiane – affinché divengano riferimento e strumento di valutazione comparativa».

Il primo dato positivo riscontrato da Solipaca è che tutti i 21 sistemi regionali «stanno raggiungendo, o hanno raggiunto, il pareggio di bilancio»: il sistema sanitario pubblico è quindi sostenibile «ma a discapito di tagli significativi al personale, sia tra i medici che tra gli infermieri». Perciò è importante riflettere «sull’efficienza reale del Sistema» ha chiosato ancora il professore sottolineando anche come «sia in aumento la spesa privata in ambito sanitario: il 40% grava sulle famiglie, il 10% è a carico della spesa pubblica».

Sul fronte della salute, Solipaca ha commentato i dati incoraggianti rispetto alla riduzione della mortalità prematura: «Il tasso di mortalità precoce – ha spiegato – è diminuito di circa il 20% negli ultimi 12 anni», a dire che il Sistema Nazionale è riuscito ad incidere sulla mortalità evitabile. In particolare, «ottimi risultati sono conseguiti alla diminuzione dei fumatori tra gli uomini e all’aumento della copertura degli screening preventivi tra le donne» ha detto ancora Solipaca: diminuiti del 2,7% l’anno, dal 2005 al 2015, i nuovi casi di tumore al polmone tra gli uomini e della cervice tra le donne. È aumentata di 5,7 punti percentuali anche la sopravvivenza a 5 anni per il tumore al polmone e 2,4 punti per il carcinoma al collo dell’utero.

Di contro, aumentano, soprattutto nel Centro Italia, e nel Lazio in particolare, i fumatori e i casi di forme tumorali al polmone per le donne; ancora, la nostra regione «ha la speranza di vita più bassa della media nazionale». Infine, tra le criticità, sono da rilevare le malattie croniche in aumento e il numero degli anziani non autosufficienti: «a fronte di una speranza di vita elevata rispetto agli altri Paesi europei – ha chiosato Roberta Siliquini, presidente del Consiglio Superiore di Sanità -, perdiamo in qualità di vita»; per questo va messo in atto «un circolo virtuoso che preveda l’alleanza tra Stato e regioni».

È importante intervenire a questo proposito sugli stili di vita: «Dove le regioni si sono attivate per fare prevenzione, ad esempio, – ha detto Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle regioni italiane – i risultati ci sono: con i vaccini e gli esami preventivi oncologici, si salvano le vite».

 

19 aprile 2018