Ospedale San Giovanni, al via la telemedicina con Regina Coeli

Varato il progetto lanciato 3 anni fa. Dipartimento di Cardiologia e carcere collegati direttamente, per offrire teleconsulto ai medici della casa circondariale

Varato ufficialmente il progetto lanciato 3 anni fa. Il dipartimento di Cardiologia e il carcere collegati direttamente, per offrire “teleconsulto” ai medici della casa circondariale

Questione organizzativa, economica e ovviamente sanitaria, l’assistenza medica ai detenuti è tematica complessa e di non facile gestione. Da diversi anni le cose stanno però cambiando e oggi il carcere è diventato, sotto questo aspetto, il luogo di sperimentazioni di soluzioni innovative. Così come sta accadendo alla casa circondariale di Regina Coeli, dove è stato attivato un servizio di teleconsulto cardiologico su iniziativa dell’ospedale San Giovanni-Addolorata, dell’Ufficio del Garante dei detenuti del Lazio e in collaborazione con la Asl RmA. In realtà si tratta di un progetto partito tre anni fa, ma «problemi tecnico-amministrativi», spiega l’angiologo Michelangelo Bartolo, direttore del Servizio di telemedicina del San Giovanni, hanno fatto sì che dopo un anno il servizio venisse già sospeso. Un progetto su cui erano state riposte molte speranze e che oggi, grazie al lavoro dell’Ict dell’ospedale romano – che ha potuto realizzare in proprio un’App per Android – viene rilanciato. Il varo ufficiale dopo un breve periodo di “rodaggio” intrapreso un paio di mesi fa.

L’iniziativa, così rivista e migliorata, può vantare alcuni aspetti strategici. «La prima particolarità – racconta il medico – è che, volendo semplificare, prima il collegamento avveniva tra pc mentre oggi è tra il dipartimento di Cardiologia del San Giovanni e il carcere stesso che, in questo modo, viene considerato come fosse un reparto della struttura ospedaliera, con tutti i vantaggi che questo significa in termini di assistenza». La seconda novità riguarda la paternità del sistema di connessione, un Web service della Rupar Lazio (la rete regionale per l’e-Government. «Il fatto che sia regionale fa sì che il servizio possa essere replicato anche in altre carceri del Lazio». Combinati, i due aspetti danno come risultato questo: «Si garantiscono i medici del carcere, grazie al conforto di una “second opinion” dei medici del San Giovanni che, oltre al referto, potranno fornire indicazioni e suggerimenti diagnostici e terapeutici. E, contro le simulazioni che alcuni detenuti inscenano con l’obiettivo di guadagnare i domiciliari per presunti problemi di salute, si tutelano tutti gli altri carcerati che, invece, realmente sono affetti da disturbi cardiaci». Non ultimo, il risparmio per le casse dello Stato italiano: «Il trasferimento in sicurezza di un detenuto al pronto soccorso – ricorda Bartolo – ha infatti un costo di circa 2.200 euro». Tutto il necessario per una corretta diagnosi è racchiuso adesso nello spazio di uno zainetto, con il vantaggio di poter visitare il detenuto ovunque e a qualunque ora.

La scelta del Regina Coeli come prima struttura in cui attivare il servizio si spiega invece con l’essere sede di un Centro diagnostico e terapeutico carcerario tra i più importanti d’Italia. «Una volta collaudato qui, data la complessità della struttura, replicarlo in altre carceri minori sarà più semplice». In tutto ciò, la tutela della privacy è uno dei cardini del sistema messo a punto dagli informatici del San Giovanni, tanto da aver conquistato lo scorso aprile il premio “Azienda The Best Privacy Guardian” alla seconda edizione di Tecnosan, l’evento sulla sanità digitale italiana. Forte di un’esperienza decennale nella telemedicina e degli investimenti nella informatizzazione, «solo il San Giovanni poteva realizzare un progetto simile», afferma con orgoglio Bartolo. «Aver prodotto il software in house significa che il servizio, svincolato da licenze di ditte esterne, non scade mai e che la manutenzione è affidata ai tecnici dell’ospedale stesso». Ovviamente, conclude il medico, «il servizio funziona se c’è la volontà di tutti: dei medici, ai quali offriamo una formazione ad hoc, della politica e degli enti competenti, anche perché si fa a costi quasi zero mentre i vantaggi sono altissimi per tutti».

10 luglio 2015