Ordo Viduarum, decennale «primizia di un cammino»

Celebrazione con il vescovo Di Tora e messaggio del cardinale De Donatis per l’anniversario dell’istituzione. Il porporato: «Servizio della preghiera e della carità»

Il 24 novembre 2013, con decreto dell’allora cardinale vicario Agostino Vallini, veniva istituito nella diocesi di Roma l’Ordo viduarum. Un mese dopo, il 29 dicembre, nella basilica di San Pancrazio, il vescovo Guerino di Tora benediceva gli anelli delle prime otto consacrate. Per festeggiare il decimo anniversario dell’ordine delle vedove, venerdì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, il vescovo Di Tora ha presieduto la Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano durante la quale è stato anche ricordato il primo assistente ecclesiastico dell’Ordo, don Sandro Amatori, morto nel 2021, e le quattro consacrate decedute in questi anni. Tra loro Grazia D’Anna, prima coordinatrice dell’Ordine e la sorella Gabriella, a lungo coordinatrice dell’Ordo virginum diocesano.

Attualmente le vedove consacrate sono 27 e dieci quelle in cammino di discernimento e formazione. Donne, mogli, madri, nonne nel cui cuore «c’è tanta esperienza di vita», come ha scritto il cardinale vicario Angelo De Donatis nella lettera indirizzata alle vedove consacrate esprimendo gratitudine al Signore per il decennale «primizia di un cammino» che, ha auspicato, «possa crescere ancor di più nella consapevolezza che, in ogni stato di vita, si può servire il Signore consacrando a lui la propria vita».

Le consacrate hanno tutte storie diverse accomunate dallo stesso dolore per la perdita del coniuge. Ma non si sono fatte vincere dal lutto. «Vivendo e riscoprendo la fede è poi entrato in voi il desiderio di un Amore sempre più grande – le parole del cardinale De Donatis -, capace di trasformare la croce dolorosa in croce gloriosa, la morte in vita e così l’esperienza della morte di vostro marito vi ha portato ad essere testimoni di resurrezione, trovando lo Sposo in Cristo Signore, nel quale si rivelano tutti i volti delle persone che amiamo e ameremo per sempre».

Pensando ai discepoli di Emmaus che riconobbero Cristo nello spezzare il pane il vicario ha augurato alle vedove di trovare Gesù «nella lettura orante della Parola di Dio e nell’Eucaristia celebrata e adorata, perché il servizio della preghiera e della carità, vissute all’interno delle vostre comunità e della Chiesa, abbia sempre il profumo dell’umiltà e della gratuità».

Dal vescovo di Tora è arrivato anche il suggerimento di prendere come modello la Vergine Maria che con il suo “eccomi” «accoglie la grazia e realizza la presenza di Dio nella storia». Durante l’omelia ha invitato le vedove ad avere sempre «il coraggio di saper trovare nella vita semplice di ogni giorno il vero rapporto con Dio». L’Ordo viduarum, ha ricordato, è «una realtà che vive molto nel nascondimento. Le vedove prendono come impegno la preghiera, il servizio nella comunità parrocchiale, nelle realtà diocesane, nelle carceri e in ogni luogo dove c’è bisogno di una parola di conforto». Infine, ha invitato le vedove consacrate a «vivere nella semplicità sentendo di essere una presenza importante nella Chiesa di Roma. Una presenza che nella preghiera e nel servizio vuole testimoniare quello che è oggi il cammino sinodale». Durante la liturgia, animata dal coro della basilica di San Giovanni in Laterano diretto da Roberto Santi, le vedove hanno fatto memoria della consacrazione che per la coordinatrice dell’Ordo Angela Trigiani ha rappresentato «il compimento del percorso spirituale fatto per tutta la vita».

In Italia sono «una trentina le diocesi che hanno riconosciuto l’Ordo Viduarum», ha affermato monsignor Francesco Paolo Cacucci, membro del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. «Si tratta di una realtà giovane di istituzione ma legata alla tradizione più antica della Chiesa – ha proseguito -. Affonda le sue radici nell’Antico Testamento. L’auspicio è che possa ulteriormente svilupparsi e trovare il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa».