Ordinazioni episcopali, De Donatis: abbiate cura del presbiterio

A San Giovanni in Laterano consacrati i vescovi ausiliari Lamba, Reina e Salera. Dal cardinale vicario l’invito a farsi «servitori della gioia cristiana»

Il ministero dell’episcopato si esercita custodendo e servendo la gioia cristiana, governando attraverso l’annuncio del Vangelo e amando il presbiterio. Tre vie maestre indicate dal cardinale vicario Angelo De Donatis ai nuovi vescovi ausiliari della diocesi di Roma Riccardo Lamba, Baldassare Reina e Daniele Salera, ordinati nella basilica di San Giovanni in Laterano ieri, 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, «colonne della Chiesa diocesana». Il primo, già parroco di San Ponziano e originario di Caracas, in Venezuela, è stato nominato ausiliare per il settore Est e titolare della sede di Medeli. Monsignor Baldassare Reina, per tutti don Baldo, del clero di Agrigento, è ausiliare per il settore Ovest, delegato per i seminari e le vocazioni e titolare della sede di Acque di Mauritania. Infine Daniele Salera, già parroco di San Frumenzio, è vescovo ausiliare per il settore Nord e titolare della sede di Tituli di Proconsolare.

Monsignor Riccardo Lamba

La liturgia, animata dal coro della diocesi di Roma, ha visto come conconsacranti i cardinali Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, e Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino. Concelebranti altri 3 cardinali, 19 vescovi e decine di sacerdoti. «La gioia cristiana è il grande tesoro del credente, che segna la differenza tra le soddisfazioni umane e la festa del regno dei cieli – ha detto il cardinale nell’omelia -. La gioia non è figlia della fortuna o frutto dello sgomitare per raggiungere una buona poltrona, ma è un dono divino intoccabile. Quante cose effimere, secondarie, tristemente urgenti, sono capaci di consegnarci al demone della tristezza. Siamo tristi o preoccupati perché non ci fidiamo, perché crediamo che la Chiesa sia in mano agli alti e bassi degli uomini». Ha quindi esortato familiari, amici ed ex parrocchiani dei nuovi vescovi a farsi servire dai “servitori” della gioia e chiedere loro di insegnare «come si sta alla festa del Regno».

Monsignor Daniele Salera

La seconda parola chiave consegnata agli ausiliari è governare che nel linguaggio evangelico, ha spiegato il porporato, significa “pascere”. «Il vescovo pasce prima di tutto con la predicazione della Parola – ha affermato De Donatis -. In quanto successore degli apostoli ha la responsabilità di annunciare ciò che ha conosciuto. Il vescovo non è l’amministratore delegato che sposta preti o dice cosa bisogna fare. Certo a volte è necessario, ma non è il nostro compito primario. Un modo “muscolare” di intendere il ministero episcopale può apparire gagliardo, decisivo, risolutivo. Anche il mondo – sempre di più – cerca l’uomo forte! E poi? Cosa rimane dopo? Nel regno di Dio è efficace solo ciò che lo Spirito semina, non quello che decidiamo noi».

Infine il presbiterio, parola che per i tre neo vescovi «deve essere più cara della vita» perché i primi destinatari delle loro cure «sono i preti e i diaconi diocesani e religiosi». Il vicario ha quindi ricordato che per Papa Francesco «il principale ministero del vescovo è la pastorale del clero» ed è importante riuscire a salvaguardare «un clima fraterno, schietto, vero». Il suggerimento del cardinale è quello di «non dar retta alle voci, ai pronostici, ai ‘mi sembra’, ai ‘forse’ oppure ai ‘mah’. Guardate i preti negli occhi e date risposte da adulti – le parole di De Donatis -. I preti non sono dei soldatini, ma un aiuto alla vostra debolezza. Come il popolo di Dio plasma i preti e i diaconi, così il presbiterio plasma i vescovi. Ascoltate con umiltà soprattutto i più anziani, la cui fedeltà ed esperienza ha un valore inestimabile».

Monsignor Baldassare Reina

Rifacendosi a questo invito, monsignor Lamba ha affermato che nel suo ministero vorrebbe «amare e seguire i sacerdoti». Monsignor Salera desidera invece che il suo ministero «renda possibile il passaggio di quanti più uomini e donne possibili attraverso le porte della salvezza». Monsignor Reina, che ha «iniziato ad amare la Chiesa di Roma dal 27 maggio», giorno della nomina, spera di «far arrivare a tutti la carezza del Signore e la bellezza della sua misericordia».

30 giugno 2022