Oratori estivi sulle tracce de “L’anello di Prisco”

Presentato il sussidio 2017 curato dall’Ufficio Catechistico. Monsignor Lonardo: «Bisogna aiutare i ragazzi a scoprire il servizio verso i più piccoli»

Presentato il sussidio 2017 curato dall’Ufficio Catechistico diocesano. Monsignor Lonardo: «Bisogna aiutare i ragazzi a scoprire il servizio verso i più piccoli» 

Marco e Lucia, due cugini di 11 e 14 anni, trascorrono le vacanze estive a casa dei nonni nel centro storico di Roma. Nella biblioteca del nonno trovano un’antica pergamena scritta da Prisco, romano dell’epoca Imperiale rinchiuso in carcere per la sua sete di giustizia e di verità. Nel rotolo racconta le sue amicizie, l’amore per Priscilla, la lotta per la libertà e parla di un sigillo nascosto. I due ragazzi si appassionano alla sua avventura che li porta alla scoperta dell’antica Roma dal Palatino con il suo altare al dio ignoto al carcere Mamertino, dal Colosseo all’Isola Tiberina.

È “L’anello di Prisco” il sussidio 2017 degli oratori estivi di Roma presentato ieri, domenica 07 maggio, nella parrocchia Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi e curato per la prima volta dall’Ufficio Catechistico della Diocesi di Roma in collaborazione con il Centro Oratori Romani. L’animazione, le attività formative e l’inno dell’OrEs 2017 sono stati presentati a circa duecento ragazzi referenti di una cinquantina di oratori della Capitale.

Nel sussidio, suddiviso in venti tappe, cinque per ognuna delle quattro settimane di oratorio, sono proposti i giochi, le attività di laboratorio e di approfondimento dei temi da affrontare giornalmente con i ragazzi. Il volume riporta inoltre indicazioni per la preghiera con gli animatori e suggerimenti per la partecipazione alla Messa domenicale della sera con le famiglie. Ogni settimana si chiude con la testimonianza di un santo: san Giustino Martire, san Pietro, santa Teresa di Lisieux e santa Marcella.

“L’anello di Prisco” contiene anche le schede sui luoghi che fanno da sfondo alle gesta di Prisco: ad esempio il Tevere nel quale san Pietro e san Paolo battezzavano i primi cristiani. «Sarà anche un modo per riscoprire che il Colosseo non deve essere visto come un simbolo di Roma – ha puntualizzato monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio Catechistico e referente diocesano per il progetto dell’Oratorio Estivo – lì la gente andava a vedere uomini che uccidevano altri uomini, bambini e donne sbranati dalle belve, pratica demolita dal cristianesimo». Nel chiarire la confusione che spesso si genera tra centro estivo e oratorio estivo ha evidenziato che quest’ultimo «è una formazione integrale nel quale si passa dal giocare al mangiare insieme, dall’aiutare chi è in difficoltà a riflettere, tutto vissuto nella gioia e nell’allegria.

Il centro estivo, invece, è basato da un lato sul guadagno per chi lo offre e dall’altro sul compito di semplice intrattenimento dei bambini in maniera non formativa». L’oratorio estivo, inoltre, è per le famiglie uno stimolo in più a partecipare alla Messa domenicale ed è «decisivo per i ragazzi delle Cresime che spesso sono gli animatori – ha riferito don Andrea –. Bisogna aiutare i ragazzi a scoprire il servizio verso i più piccoli. Lavorano instancabilmente per settimane e animano l’oratorio estivo in forma gratuita e per loro è un vero cammino formativo».

Gli fa eco don Maurizio Mirilli, parroco del Santissimo Sacramento, già direttore della Pastorale giovanile e ideatore, nel 2008, del progetto OrEs Roma che oggi, a livello nazionale, coinvolge circa 30 mila ragazzi. «Se accogliamo, motiviamo e aiutiamo i giovani ad individuare i loro talenti scopriremo che sono capaci di donarsi agli altri, predisposti ad essere generosi e a superare la pigrizia». L’auspicio, nella 54° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, è che negli oratori maturi una nuova vocazione «alla vita consacrata, matrimoniale e, speriamo, anche al sacerdozio perché la diocesi di Roma ha bisogno di giovani innamorati di Cristo e della Chiesa» ha concluso don Maurizio.

8 maggio 2017