Opera romana, il convegno sul pellegrinaggio

“Tempo e luogo di riconciliazione e di conversione” il tema dell’appuntamento teologico-pastorale, dall’8 all’11 febbraio. Relazioni e celebrazioni

 “Tempo e luogo di riconciliazione e di conversione” il tema dell’appuntamento teologico-pastorale, dall’8 all’11 febbraio. Relazioni e celebrazioni

“Tempo e luogo di riconciliazione e di conversione”, il pellegrinaggio è al centro del XVII Convegno nazionale teologico-pastorale, da domenica 8 fino a mercoledì 11 febbraio  al “The Church Village” di via di Torre Rossa 94. Ideato dall’Opera romana pellegrinaggi (Orp), l’incontro è una riflessione su quello che, «a partire dal Concilio Vaticano II – come ricorda monsignor Liberio Andreatta, vice presidente e amministratore delegato dell’Orp – è divenuto parte integrante della pastorale della Chiesa». Metafora del cammino, «dell’incontro con se stessi, con i fratelli e con Dio», il pellegrinaggio è soprattutto «un atto di riconciliazione e un percorso di conversione». Due aspetti, questi ultimi, di cui si discuterà nel corso delle prime giornate mentre nell’ultima, mercoledì, tutti i partecipanti al convegno saranno a piazza San Pietro per l’udienza generale di Papa Francesco.

Due i momenti eucaristici che accompagneranno i lavori: la Messa del lunedì pomeriggio, presieduta dal cardinale Agostino Vallini, e quella del martedì sera, celebrata dal cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero. Lunedì 9 febbraio terrà la sua prolusione il cardinale Camillo Ruini, presidente emerito dell’Orp, cui seguiranno gli interventi di Humberto Molina, direttore del dipartimento di Teologia Morale alla Pontificia Università Gregoriana, e di Antonio Sabetta, docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense. Molina metterà il dito nella piaga del disimpegno comunitario, per spiegare come questo si coniughi con il tema della riconciliazione. Quella di Sabetta sarà invece una riflessione sulla relatività del male e sulla perdita del senso del peccato. Martedì 10, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, si soffermerà sul concetto di “penitenza” inteso come “sacramento della misericordia”. «Un tema – ricorda monsignor Andreatta – molto caro al Santo Padre». Misericordia che è entrata a pieno titolo anche nei dibattiti al Sinodo della famiglia e che Francesco definì «una carezza di Dio sulle ferite dei nostri peccati».

Quanto alla «nostalgia di riconciliazione» – sentimento che sarà messo sul tavolo dalla sociologa Cecilia Costa -, Andreatta spiega come essa sia «la condizione dell’uomo che, pur essendo stato battezzato e avendo fatto la comunione o la cresima, col tempo si è allontanato dalla Chiesa. E tuttavia gli rimane dentro la nostalgia di Dio e, con esso, un sentimento di solitudine». Il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, per il suo intervento trarrà spunto dalla definizione che il teologo scrittore Romano Guardini dà del pentimento, ossia: «Espressione di libertà». «Libertà non è fare ciò che ci piace – ricorda infatti Andreatta – ma è ciò che si realizza quando si prende coscienza di essere parte di una comunità in cui vigono, per tutti, uguali diritti e doveri». Il sacerdote propone l’immagine dell’automobilista «che sulla strada commette degli abusi, non rispettando i limiti di velocità o i pedoni». In realtà sono «le regole stradali a consentire a ciascuno di sentirsi al sicuro e per questo di essere davvero libero». Allo stesso modo, «la legge morale non schiavizza l’uomo ma, al contrario – conclude Andreatta -, lo libera».

6 febbraio 2015