Online in Russia gli “Studenti contro la guerra”

Su Telegram il canale che raccoglie racconti di «azioni di disobbedienza» e indicazioni su come vivere l’opposizione al conflitto armato in Ucraina. Gli iscritti sono poco più di 5.200

Si chiama “Studenti contro la guerra” il canale Telegram in russo che raccoglie racconti di «azioni di disobbedienza» e indicazioni su come vivere la propria opposizione al conflitto armato in Ucraina. Gli iscritti al momento sono poco più di 5.200. L’obiettivo è quello di «creare una comunità capace di resistere a lungo termine», organizzandosi dal basso, garantendo assistenza reciproca, pianificando iniziative e suddividendosi i compiti. Dal momento che marce e manifestazioni di protesta hanno dimostrato la loro inefficienza, spiegano, concludendosi con il fermo dei manifestanti, il gruppo sostiene la «auto-organizzazione di iniziative civili contro la guerra».

La prima cosa da fare per chi si vuole impegnare, si legge, è conoscere la città o la propria università e «mappare dove sono le telecamere di vigilanza e le stazioni di polizia», per poi poter agire con maggiore sicurezza. Appiccicare cartelli e scritte di protesta o inviare lettere è di fatto l’iniziativa più ricorrente . Quasi quotidianamente vengono poi pubblicate “relazioni” su iniziative portate a segno. «Le azioni di disobbedienza compaiono e continuano», si leggeva pochi giorni fa: Università Federale di Crimea, Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Università nazionale delle ricerche di Samara, insieme a «molte e molte altre città, sono punti sulla mappa della Russia moderna»; se collegati tra loro daranno «nuovi spazi e territori liberi per un nuovo tempo, dove la guerra è già nel passato».

A disposizione del gruppo anche materiale informativo sulle regole per la leva e per il servizio civile alternativo, con la richiesta di far circolare queste indicazioni «particolarmente nelle regioni in cui le persone sono più spesso chiamate alle armi e dove ci sono meno informazioni su come evitare il servizio militare e l’invio al fronte». La “Coalizione degli avvocati per l’obiezione di coscienza al servizio militare” ha collaborato nella preparazione dei materiali ed è pronta a «offrire assistenza a chi è minacciato dall’esercito». Ancora, sul gruppo vengono condivise anche le storie di coloro che invece sono finiti nelle maglie della polizia o hanno subito azioni repressive. Come Denis Grekov (docente presso l’Accademia presidenziale russa dell’economia nazionale e della pubblica amministrazione, Ranepa), costretto a dimettersi «di sua spontanea volontà», dopo la pubblicazione di un post che criticava la strumentalizzazione del “Giorno della Vittoria” a fini di propaganda e definiva la guerra in Ucraina «vergognosa e meschina».

17 maggio 2022