“One night in Miami…”: la notte in cui si sono incontrati 4 miti

Una cronaca tra il reale e l’immaginario. diretta da Regina King, che ha per protagonisti Cassius Clay, Malcom X, Sam Cooke e Jim Brown. In prima visione su Prime Video

Il 25 febbraio 1964, al termine dell’incontro con Sonny Liston, Cassius Clay diventa a sorpresa il nuovo campione del mondo dei pesi massimi. Quella sera Clay decide di festeggiare la vittoria in una stanza dell’Hampton House Motel a Miami. Comincia da qui il racconto di “One night in Miami…”, ossia la cronaca, tra il reale e l’immaginario, di una notte nella quale si sono trovati insieme Cassius Clay, Malcom X, Sam Cooke e Jim Brown. Alla base del film c’è l’omonima pièce teatrale scritta nel 2013 da Kemp Powers. Presentato in anteprima fuori concorso alla 77ª Mostra di Venezia del 2020, il film si è purtroppo scontrato con il triste periodo della chiusura delle sale. In Italia esce in prima visione in questi giorni su Prime Video. Una proposta di non poco interesse, perché il film è stato girato nel gennaio/febbraio 2020, con in vigore la presidenza di Donald Trump, ed esce ora quando si sta avviando quella di Joe Biden.

Mentre l’America di oggi cambia, il copione ci riporta alla metà degli anni Sessanta, un momento in cui il problema razziale è negli Stati Uniti di grande attualità. La tensione sociale tra i bianchi e la comunità afroamericana vive su equilibri spesso molto precari. All’incontro nella stanza dell’albergo di Miami, insieme a Cassius Clay (che da lì a poco abbraccerà la religione islamica diventando Muhammad Ali), sono presenti Malcom X, Sam Cooke e Jim Brown. Malcolm X, leader dei diritti umani, muore nel 1965; Samuel Cooke, cantante e compositore, maestro della soul music, scompare nel 1964 a 33 anni; Jim Brown, campione di football americano e attore, è ancora in vita a 84 anni. Muovendo da personaggi realmente esistiti, il testo costeggia una verità sempre più ostica e ispida.

Dietro la macchina da presa c’è Regina King, regista, già premio Oscar per il film “Se la strada potesse parlare” (2019), che, a proposito del lavoro fatto sul testo teatrale di partenza, ha detto: «Questo film è una lettera d’amore dedicata all’esperienza vissuta dagli uomini di colore in America. Amici che possono parlare liberamente e dichiarare che il momento del cambiamento è ora.». Certo nel procedere dei fatti, i quattro protagonisti si lasciano andare a un dialogo sempre più serrato e nervoso. Prevalgono sbavature verbali, alcune lungaggini. Ma si tratta di una ricerca di verità cruda e scoperta, di una volontà triste e dolorosa che mette a nudo eccessi e difetti, anche di fronte al successo raggiunto nella scala sociale. “One night in Miami…” è un film denso e appassionato, affidato ad attori di salda preparazione, scorre con convinzione ed efficacia. In ottima posizione per competere ai prossimi premi Oscar.

8 febbraio 2021