Oms: il Covid-19 è pandemia

L’annuncio del direttore generale Ghebreyesus. Colpiti 114 Paesi su 193, soprattutto nell’emisfero nord. Oltre 118mila i contagi; 4.200 le vittime

Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus lo ha annunciato ieri, 11 marzo, in una conferenza stampa a Ginevra, rilanciando poi la notizia su Twitter. «L’Organizzazione mondiale della sanità – ha detto – ha valutato che Covid-19 può essere caratterizzata come una pandemia. Non abbiamo mai visto una pandemia di un coronavirus, questa è la prima. Ma non abbiamo mai visto nemmeno una pandemia che può, allo stesso tempo, essere controllata», ha aggiunto.

A oggi i Paesi colpiti sono 114 su un totale di 193, soprattutto nell’emisfero nord. Dalla prima comparsa del coronavirus, nel dicembre scorso, si contano oltre 118mila contagi, per un totale di 4.200 vittime. Ora l’Oms avrà la facoltà di emanare direttive e inviare équipe nelle nazioni più colpite, nel rispetto della sovranità, come ha già fatto in Cina, Italia e Iran. Potrà anche prendere nuove misure, come in parte sta già facendo, per rendere più agevole l’invio di presidi sanitari – come le mascherine – ai Paesi più colpiti.

«Siamo profondamente preoccupati per la diffusione e la severità della malattia e per l’allarmante livello di inazione» di alcuni Paesi, ha ammesso Ghebreyesus, che ha aspettato fino all’ultimo per dichiarare la pandemia, conscio del portato in termini psicologici di una decisione del genere. «Per questo – ha continuato – abbiamo deciso che Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia.  La parola potrebbe suggerire che non possiamo fare più nulla per contenere il virus – ha aggiunto -. Questo non è vero. Siamo impegnati in una lotta che può essere vinta se facciamo le cose giuste».

Ora, è l’analisi del direttore generale Oms, è prevedibile un aumento del numero dei casi, delle morti e dei Paesi colpiti. «La definizione di pandemia non cambia la valutazione dell’Oms sulla gravità della situazione. Non cambia quel che l’Oms sta facendo, né quel che i Paesi dovrebbero fare. Questa – ha aggiunto – non è solo una crisi sanitaria, è una crisi che toccherà ogni settore, e richiede che ogni individuo sia coinvolto nella lotta».

Nelle parole di Gherbreyesus, non manca un messaggio di incoraggiamento. «Non siamo alla mercè del virus. Il grande vantaggio che abbiamo è che le nostre decisioni, a livello di governi, attori economici, comunità, famiglie e individui, che tutti noi possiamo influenzare la traiettoria dell’epidemia. La regola del gioco è mai darsi per vinti». Per quanto riguarda l’Italia, la dichiarazione di pandemia non avrà effetti sull’organizzazione sanitaria o sulla riposta messa in campo dai nostri ospedali, già apprezzata dallo stesso Ghebreyesus solo qualche giorno fa, dopo due settimane di visite e ispezioni. «Le vostre misure – aveva detto – ci serviranno da lezione per affrontare l’epidemia anche negli altri Paesi».

12 marzo 2020