Oltre l’emergenza, ripartire dal territorio

L’incontro promosso da Acli Roma e Pastorale sociale, nell’ambito della X edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa, diffusa in tutta Italia

Individuare e costruire piste di impegno interdipendenti e interconnesse che vadano oltre l’emergenza. Oltre la logica dei compartimenti stagni. È questo l’auspicio che ha fatto da sfondo al web talk dal titolo “La qualità della vita nella Capitale oltre l’emergenza”, trasmesso ieri, 24 novembre, in diretta streaming sulla pagina Facebook delle Acli provinciali di Roma e sui social delle altre realtà aderenti. L’incontro, moderato dal giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti, si è svolto nell’ambito della decima edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa, la kermesse promossa dalla Fondazione Segni Nuovi e quest’anno per la prima volta diffusa in tutta Italia: non solo nella sede storica di Verona ma anche in altre 28 città, tra cui Roma.

Ad aprire il dibattito, la presidente della Acli romane Lidia Borzì, la quale si è soffermata a lungo sul circolo vizioso innescato da un’emergenza sanitaria diventata ben presto economica, occupazionale, sociale e relazionale. «La filiera del negativo scaturita dalla pandemia ha provocato una crisi enorme – ha commentato -: da una parte ha reso gli “scartati” ancora più fragili, dall’altra ha colpito duramente quella larga fascia di popolazione che prima galleggiava in una quotidianità problematica e che adesso rischia di affondare. Parliamo, ad esempio, di lavoratori con basse tutele e bassi salari e di quelli purtroppo alle prese con il lavoro in nero». Da qui l’importanza di un impegno sentito e condiviso che parta dal territorio, in particolare dalle periferie non solo geografiche ma esistenziali: «Le persone hanno fame di futuro – ha proseguito Borzì – e noi abbiamo l’obbligo di far incarnare la speranza nella realtà». Urge dunque «promuovere un lavoro in rete e adottare la generatività sociale come metodo che ci aiuti a valutare quotidianamente la ricaduta delle nostre azioni». Sono queste, a suo avviso, le risorse «necessarie per valorizzare il patrimonio di buone pratiche, grande tesoro di esperienze civiche, laiche ed ecclesiali».

Gettare semi di speranza: questo l’obiettivo dell’incontro su cui è si è espresso anche don Francesco Pesce, incaricato per la Pastorale sociale e del lavoro nella diocesi di Roma, ricordando il passo degli Atti degli Apostoli che racconta l’incontro di Filippo con un etíope eunùco. «Dobbiamo accettare di vivere in una città e in un tempo deserti, segnati da cambiamenti rapidi e da un consenso generale alla Chiesa e alle istituzioni che vacilla sempre di più – ha detto il sacerdote -. Dobbiamo dunque abitare con gioia questa situazione perché questa è la chiamata dello Spirito». Ancora, don Pesce ha invitato a «sedersi accanto all’altro e a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono il bene comune e la fratellanza umana».

Ostacoli che frenano un abitare di qualità, fondamentale per riscoprire la periferia come luogo di grande dinamismo. «A Roma tutte le periferie, da quelle più recenti a quelle più tradizionalmente in difficoltà, sono ricche di iniziative, energie e di protagonismo sociale – ha riferito Carlo Cellamare, docente di urbanistica alla Sapienza -. Si tratta di luoghi molto vitali: se infatti il centro è il luogo del consumo culturale, la periferia è quello della produzione culturale». In questa prospettiva, ha aggiunto, risulta essenziale «valorizzare tali energie, costruire un’alleanza con l’amministrazione della città e pensare a un progetto di futuro».

Dello stesso parere Marco Marcocci, presidente di Confcooperative Roma e Lazio, intervenuto dopo la presentazione di alcune best practices messe in campo durante l’emergenza: «Non serve un’apologia di buone pratiche, piuttosto c’è bisogno di raccoglierle e metterle a sistema – ha ribadito -. È questo il richiamo profondo che facciamo oggi più che mai alle istituzioni».

Il prossimo e ultimo appuntamento dell’edizione romana è oggi, 25 novembre, alle 17 con un incontro su “Benessere della famiglia e complessità urbana”.

25 novembre 2020