Oltraggiata la lapide per le vittime di via Fani

L’episodio nella notte del 20 febbraio. De Raho (Direzione nazionale antimafia): «Atto grave». Borzì (Acli Roma): «Ferma condanna». Bindi (Commissione parlamentare): «La democrazia non si conquista una volta per tutte»

“A morte le guardie”. Recita così la scritta con vernice spray nera ritrovata questa mattina, 21 febbraio, sulla lapide di marmo in memoria delle vittime di via Mario Fani, posta da qualche settimana al posto del monumento che ricorda i 5 uomini della scorta di Aldo Moro uccisi nel marzo 1978 dalle Brigate Rosse nell’agguato organizzato per rapire lo statista. La lapide originale infatti è da qualche settimana in fase di restauro. Accanto alla scritta, due svastiche.

Sono ancora in corso gli accertamenti per capire il significato del gesto, a meno di un mese dal 40° anniversario della strage. Il capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho parla di «un atto grave», evidenziando che «negli ultimi tempi stiamo assistendo a fermenti insistenti sia per quanto riguarda l’odio razziale che per ciò che concerne estremismi che ricordano regimi ormai superati ed è chiaro che tutto questo desta molta preoccupazione e impone di mantenere alta l’attenzione per monitorare luoghi e condotte riconducibili a determinati ambienti politici». Lo Stato, osserva, interpellato dall’Agenzia Sir, è presente e attivo nella prevenzione e nella repressione di qualunque forma di terrorismo: «Credo che l’attenzione sia alta non solo sulle attività anarco-insurrezionaliste ma anche sul terrorismo “nero”». A dimostrazione cita la repressione esercitata a seguito delle manifestazioni di violenza che si sono recentemente registrate. In ogni caso, afferma, «le situazioni dei singoli territori sono tutte sotto la costante attenzione delle procure distrettuali che operano sul campo».

Dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi arriva la manifestazione della solidarietà «a tutte le vittime del terrorismo e della violenza, che sono le prime colpite da queste scritte, da questo atto vandalico e vergognoso». Solidarietà che si mischia alla preoccupazione, «perché tornano vecchi fantasmi, rappresentati non solo da simboli inquietanti come la svastica ma anche dalla dissacrazione nei confronti di coloro che sono i veri costruttori della Repubblica e della democrazia nel nostro Paese. Pensavamo che la stagione della violenza e dell’intimidazione terroristica fosse superata – prosegue -. Questi residui di violenza e di mancanza di rispetto dei valori fondamentali della convivenza pacifica e democratica non possono non inquietarci». Per Bindi, «sembra sdoganato l’uso della violenza nel nostro Paese. Si torna ad usare la violenza durante le campagne elettorali, si spara per strada, si pensa di potersi fare giustizia da soli: credo che tutto questo ci debba preoccupare e far reagire – conclude – per ricordarci, ancora una volta, che la democrazia non si conquista una volta per tutte, ma che va presidiata, tutelata da qualunque tipo di attacco e va servita ogni giorno con il valore fondamentale della pace e del rispetto della vita delle persone».

Clima «sempre più teso» nella Capitale anche nell’analisi della presidente delle Acli provinciali di Roma Lidia Borzì, che esprime una condanna «senza se e senza ma» al gesto oltraggioso «che offende le famiglie delle vittime di via Fani e di tutti coloro che hanno perso la vita al servizio dello Stato». Proprio per questo, «crediamo che sia arrivato il momento, tutti insieme, di ritrovare e rilanciare le ragioni del consenso e del confronto democratico per costruire un nuovo modello di comunità che parta dall’inclusione, dal rispetto e dalla solidarietà e che rifiuti ogni forma di razzismo, di estremismo e di fascismo». Il rischio, secondo Borzì, è quello di «avere gravi ripercussioni alla vigilia di un importante appuntamento con la “democrazia”: le elezioni politiche e regionali del nostro Paese. Per questo – aggiunge – siamo tutti chiamati a promuovere la partecipazione dei cittadini attraverso un voto consapevole e responsabile e combattere tanto l’astensionismo, quanto ogni forma di estremismo che rappresentano il terreno fertile per queste derive pericolosissime».

21 febbraio 2018