“Occhi blu” dell’esordiente Cescon

Nelle sale dall’8 luglio il thriller notturno affidato a uno sguardo mai dichiarato, che ha come protagonista Valeria Golino. E con lei Roma e il suo fascino ambiguo e sfuggente

La prima inquadratura è una panoramica su Roma notturna. Si tratta di una scelta importante perché destinata a restare centrale nel resto della narrazione. Strade illuminate da luci incerte lungo le quali sfreccia una potente moto condotta da un guidatore che non vediamo, perché ha il volto coperto da un casco che impedisce ogni riconoscimento. È l’incipit di Occhi Blu, film (nelle sale dall’8 luglio) con il quale Michela Cescon, attrice prevalentemente teatrale, esordisce al cinema. Gli occhi blu rappresentano una sorta di protagonista non dichiarato, un terzo incomodo che, a seconda dei casi, talvolta aiuta talaltra ostacola l’incerto esito del racconto.

Si tratta infatti di capire chi c’è alla guida del potente bolide che rapina banche e subito dopo si fa beffe della polizia che non riesce mai a catturarlo. Il commissario di turno si chiama Murena, e, per venire a capo dell’indagine, chiede aiuto a un amico e collega francese, a sua volta ex poliziotto di lungo corso, disposto a mettere in campo pacatezza e riflessione, che invece mancano all’italiano. Dal colloquio tra questi e il francese apprendiamo che il vero obiettivo dell’uomo giunto da Oltralpe è quello di riappacificarsi con la moglie, dopo la morte della figlia, travolta appunto da una misteriosa moto. A questo punto, scesi in campo i protagonisti, le carte sembrano tutte in tavola. Sembrano, perché ci sono sempre quegli occhi blu che vanno collocati al posto giusto.

Come in ogni “giallo” che si rispetti, la materia principale si frammenta in tante sottotrame secondarie. In cima alle quali finisce per collocarsi Roma, città dal fascino ambiguo e sfuggente. Quando Murena, in un inseguimento, perde l’orientamento, ha la sensazione di avere perso una occasione importante. I quartieri della Capitale si inseguono e si danno il cambio in una girandola dove la logica comincia a mostrare qualche crepa. Dentro questa perdita di centralità, il dialogo si fa più serrato, le inquadrature più secche e asciutte. Il taglio del film acquista in sottrazione di elementi narrativi ma forse perde qualcosa in termini di razionalità. Al dunque bisognerebbe arrivare a dire di chi sono quegli occhi blu. Forse è meglio non dirlo, meglio lasciare che il mistero si sveli da solo, nelle pieghe di vendette non dichiarate, di ruoli non accennati, di una protagonista, Valeria Golino, che sostiene quasi da sola un thriller notturno, affidato ad uno sguardo mai esplicitamente dichiarato.

Accanto alla performance di Golino attrice, va collocata quella di Michela Cescon, neo regista con forti ambizioni autoriali. Nata a Treviso nel 1971, si impone al cinema nel 2004 con Primo amore, esplosivo melò firmato da Matteo Garrone. Gira poi molti titoli, sempre distinguendosi per intensità e drammaticità (con Ozpetek, Bellocchio, Sorrentino).

19 luglio 2021