Obolo di San Pietro, «finalità non tradite se parte della colletta è investita»
Il responsabile monsignor Luigi Poli intervenuto all’assemblea Fisc: «Proposta nata per dire alle persone che donare per sostenere le opere del Papa è semplice
«Questa proposta della Segreteria di Stato è nata per dire alle persone che donare per sostenere le opere del Papa è una cosa semplice e può essere fatta in ogni momento dell’anno». Monsignor Luigi Poli, responsabile dell’Ufficio per l’Obolo di San Pietro della segreteria di Stato vaticana, è intervenuto questa mattina, 22 novembre, all’assemblea nazionale elettiva della Federazione italiana dei settimanali cattolici, illustrando le caratteristiche del servizio in cui è impegnato.
L’Obolo, ha spiegato Pioli, «è costituito dalle offerte donate al Santo Padre per il suo ministero, che è apostolico quanto caritativo. Esso proviene da tutta la comunità credente e si riversa sul mondo intero» Donazioni che consentono di «sostenere l’attività di magistero e di guida della Chiesa universale». Questi fondi, ha evidenziato ancora il responsabile, servono anche per «fornire aiuti di emergenza in casi di calamità e disastri naturali», «finanziare progetti di assistenza umanitaria e di sviluppo». Nelle parole di Pioli, queste finalità «non sono certo tradite se parte della colletta viene risparmiata e investita. Con il frutto degli investimenti si può, infatti, proseguire l’azione della Santa Sede nel tempo, assicurando la continuità che è richiesta quando gli impegni abbracciano un arco che supera di gran lunga il singolo anno».
Nell’intervento di Pioli, infine, un grazie ai direttori dei settimanali cattolici: «Quando questa iniziativa è cominciata, nel 2005, l’Obolo di San Pietro era qualcosa di poco noto al grande pubblico. Adesso, grazie alla vostra opera, è conosciuta anche ai fedeli».
22 novembre 2019