Nuovo attentato ad Ankara. Il cordoglio di Francesco

È di 37 morti e 125 feriti il bilancio dell’esplosione nella Capitale turca. Il Papa: «Spirituale vicinanza e solidarietà». Il ricordo delle vittime ivoriane

È di 37 morti e 125 feriti il bilancio dell’esplosione che ha colpito il 13 marzo la Capitale turca. Il Papa: «Spirituale vicinanza e solidarietà». Il ricordo delle vittime ivoriane

Una nuova esplosione ha colpito, domenica 13 marzo alle 18.45, la città di Ankara. La deflagrazione, ha spiegato il governatore della Capitale turca, «è stata causata da un veicolo imbottito d’esplosivo vicino a piazza Kizilay». Vicino alla fermata dei bus, nel centro della città. Non lontano da dove il 17 febbraio scorso era scoppiata un’altra autobomba che aveva ucciso 29 persone. Il bilancio delle vittime è salito rapidamente da 34 a 37 morti, di cui 30 sul luogo dell’attaco, e almeno 125 feriti, di cui oltre 70 ancora in ospedale. Si stima che siano circa 15 le persone in condizioni gravi. «Almeno una delle vittime – ha precisato ai giornalisti il ministro della Sanità turco Mehmet Muezzinoglu – era l’autore dell’attentato».

Il premier turco Ahmet Davutoglu ha riferito di «informazioni concrete sull’organizzazione terroristica che ha compiuto questo malvagio attacco». Gli attentatori, in realtà, sarebbero due: una donna, l’ex studentessa universitaria turca Seher Cagla Demir, che si sarebbe unita al Pkk curdo nel 2013, identificata attraverso le impronte digitali e alcune parti del corpo rimaste riconoscibili nonostante l’esplosione, e un uomo di nazionalità turca, con dei precedenti penali per legami con il Pkk. Vanno dunque in questa direzione, secondo le prime indiscrezioni, le indagini sull’attentato: il terrorismo del Pkk, contro cui l’aviazione turca ha compiuto, nella notte, nuovi raid, nelle montagne del nord Irad di Qandil e Gara. Il terrorismo, ha assicurato il premier turco Erdogan, «verrà messo in ginocchi. Il nostro popolo non deve preoccuparsi».

Immediato il cordoglio di Papa Francesco, che in un messaggio inviato al presidente turco, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, condanna l’«atroce violenza» e prega anche per i familiari delle vittime assicurando alla popolazione turca la sua «spirituale vicinanza e solidarietà». Nelle parole del pontefice, la preghiera «per l’eterno riposo di coloro che sono morti e per chi piange la loro perdita, così come per il recupero di coloro che sono stati colpiti da questo atroce atto di violenza». Nella stessa gioranta, il Papa ha inviato anche un messaggio di cordoglio per le vittime degli attentati terroristici a  Grand Bassam, in Costa d’Avorio: «Apprendendo la notizia dell’odioso attentato perpetrato a Grand-Bassam», Francesco «affida le vittime alla misericordia di Dio affinché le accolga nella sua pace e nella sua luce». Esprimendo «la sua tristezza al popolo ivoriano così provato», il Pontefice «condanna ancora una volta la violenza e l’odio sotto tutte le forme».

15 marzo 2016