Nuovo appello del Papa per l’Iraq

Al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, Francesco è tornato a chiedere un rinnovato impegno per la pace e la protezione di civili

Al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, Francesco è tornato a chiedere un rinnovato impegno per la pace e la protezione di civili 

Ancora l’Iraq, con le «popolazioni civili intrappolate nei quartieri occidentali di Mosul» e gli «sfollati per causa della guerra», al centro dei pensieri e delle preghiere di Papa Francesco, che questa mattina, al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, è tornato a rivolgere un doppio appello. «Pregare affinché l’Iraq trovi nella riconciliazione e nell’armonia tra le sue diverse componenti etniche e religiose, la pace, l’unità e la prosperità» e nello stesso tempo «impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo e urgente». Questa la doppia richiesta del pontefice.

«Sono lieto di salutare la delegazione di sovraintendenze irachene composta da rappresentanti di diversi gruppi religiosi, accompagnata da Sua Eminenza il Cardinale Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso», ha esordito Francesco che, prima dell’appuntamento con i fedeli in piazza San Pietro, ha ricevuto nell’Auletta Paolo VI i partecipanti alla riunione del Comitato permanente per il dialogo tra il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e le Sovrintendenze irachene. «La ricchezza della cara nazione irachena – ancora le parole del Papa – sta proprio in questo mosaico che rappresenta l’unità nella diversità, la forza nell’unione, la prosperità nell’armonia».

Di qui l’appello: «Cari fratelli, vi incoraggio ad andare avanti su questa strada e invito a pregare affinché l’Iraq trovi nella riconciliazione e nell’armonia tra le sue diverse componenti etniche e religiose, la pace, l’unità e la prosperità. Il mio pensiero – ha continuato Francesco – va alle popolazioni civili intrappolate nei quartieri occidentali di Mosul e agli sfollati per causa della guerra, ai quali mi sento unito nella sofferenza, attraverso la preghiera e la vicinanza spirituale. Nell’esprimere profondo dolore per le vittime del sanguinoso conflitto, rinnovo a tutti l’appello ad impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo ed urgente».

29 marzo 2017