Nuove minacce al giornalista Nello Scavo (Avvenire)

L’episodio il 28 giugno, via Twitter, in un post dell’ex direttore dell’Ufficio del primo ministro di Malta Neville Gafà. Coinvolti anche Alarm Phone e Rescue Med

La nuova minaccia era arrivata sabato scorso, 28 giugno, su Twitter: «Fermate i vostri sporchi affari. Altrimenti vi fermiamo noi». A scriverla, all’indirizzo del giornalista di Avvenire Nello Scavo ma anche di Alarm Phone e Rescue Med, l’ex direttore dell’Ufficio del primo ministro di Malta Neville Gafà, in un post.

Nella giornata di sabato Alarm Phone aveva postato un messaggio in cui ricordava l’operazione di soccorso che RescueMed avrebbe potuto compiere nei confronti di circa 95 persone in difficoltà, compreso un bambino nato da poche ore. I migranti invece erano stati poi riportati in Libia. «Europa, smetti di uccidere “vite nere” sul mare», era la conclusione del post. A quel punto Neville Gafà era intervenuto provocatoriamente, parlando di «affari sporchi delle ong». Nello Scavo, autore di diverse inchieste che coinvolgono Malta, sui flussi migratori, i respingimenti e il ruolo dei trafficanti – compresa quella che lo ha costretto sotto scorta dal 18 ottobre corso -, a sua volta ha chiesto conto a Gafà di ben altri “affari sporchi” che riguardano Malta e l’ex dirigente ha risposto con la frase minacciosa, taggando anche l’account del giornalista. Nessuna risposta è arrivata a Scavo quando ha chiesto conto di chi fosse quel “noi” da cui provenivano le minacce.

Immediato il sostegno e la solidarietà al giornalista da parte della direzione dell’intero Comitato di redazione di Avvenire. «Auspichiamo che le autorità italiane e internazionali possano fare chiarezza sull’intera vicenda», scrive il Cdr. Solidarietà anche dal presidente della Federazione nazionale della stampa Giuseppe Giulietti, insieme al segretario Raffaele Lorusso e al presidente dell’Associazione Lombarda dei giornalisti Paolo Perucchini. Via social sono intervenuti anche la comandante della Sea Watch Carola Rackete, Carlotta Sami (Unhcr), Riccardo Noury (Amnesty), Paolo Borrometi (Articolo 21) e decine di giornalisti stranieri, tra cui il premio Pulitzer Javier Bauluz, e di ong, tra cui Oxfam Italia.

Intanto il viceministro dell’Interno Matteo Mauri ha confermato di seguire con attenzione il caso mentre dal governo di Malta si esprime «sconcerto per le aberranti minacce di Neville Gafà che ha usato il pretesto del contatto con una ong per intimidire direttamente un giornalista». A raccogliere la reazione di Scavo, l’Agenzia Sir: «Continuiamo a fare il nostro lavoro come sempre. Chi aveva intenzione di intimidirci anche stavolta ha ottenuto l’effetto contrario. Io sono già in ottime mani da tempo e sono tranquillo».

minacce via twitter a Nello Scavo, 28 giugno 2020

Neville Gafà, fino al gennaio scorso capo di gabinetto del premier maltese, ha recentemente rivendicato di essere stato il fautore dell’accordo segreto tra Malta e Libia siglato tre anni fa e che prevede anche l’uso di “pescherecci fantasma” nel respingimento illegale di migranti, come documentato proprio da Avvenire. Il suo nome, ricorda il quotidiano cattolico, ricorre in un’inchiesta sulla compravendita di passaporti maltesi e recentemente è stato accusato dalla famiglia di Daphne Caruana Galizia di essere uno dei principali sostenitori della campagna diffamatoria contro la giornalista, uccisa con un’autobomba nell’ottobre 2017.

«Non sono sorpreso da quello che è accaduto – commenta Scavo al Sir – perché conosciamo il personaggio in questione. Come riportato dai media maltesi ha usato questa modalità anche con Daphne Caruana Galizia. È una modalità molto ambigua, con messaggi trasversali che non sono quelli di un esponente delle istituzioni ma fanno venire in mente altri tipi di organizzazioni». Intervistato anche dall’agenzia cattolica maltese Newsbook, Gafà non ha ritrattato e non ha risposto – interpellato su quel “noi” a cui si attribuisce la reazione -, restando generico. Riguardo al suo ruolo nel governo maltese, precisa ancora il giornalista di Avvenire nel colloquio con l’Agenzia Sir, «la faccenda è complessa perché fino a gennaio era ancora capo dell’ufficio del primo ministro, poi è stato licenziato. Nonostante il licenziamento, a Pasquetta abbiamo scoperto che il premier lo aveva incaricato di coordinare il respingimento dei migranti verso la Libia», in quella passata alla cronache come la “strage di Pasquetta”, nella quale sono morti 12 migranti e 51 superstiti sono stati riconsegnati a Tripoli con uno dei pescherecci della “flotta fantasma”. Quindi «fino a Pasqua continuava a fare l’ufficiale di collegamento tra Malta e la Libia. Ora le cose potrebbero essersi complicate anche a causa di queste sue uscite, che creano problemi a livello internazionale ma tentano di rafforzare il suo peso a Malta, dando l’idea che lui si può muovere impunemente. Ma non ha incarichi ufficiali».

30 giugno 2020