Nuova Zelanda, attacco in due moschee. I vescovi: «Inorriditi»

L’assalto durante la preghiera del venerdì, intorno alle 13.40 (l’1.40 di notte in Italia), filmato in diretta Facebook da uno degli assalitori. Si contano 49 vittime

Prima la moschea di Al Noor nella città di Christchurch, dove erano radunate per la preghiera del venerdì almeno 300 persone; poi quella di Masjid nel sobborgo di Linwood. La Nuova Zelanda ha vissuto ieri «uno dei giorni più bui», come lo ha definito la premier Jacinta Arden: «Un atto di violenza senza precedenti», ha detto parlando alla nazione. Si contano 49 morti. Ad aprire il fuoco nella prima moschea, un commando di 3 uomini e una donna, identificati e fermati dalla polizia. Il timore è che siano solo parte di una rete molto più grande. Riguardo al secondo attacco invece la dinamica è ancora da chiarire ma pare ci siano state auto cariche di esplosivi. Chiara invece la matrice dei due assalti: il razzismo anti islamico. Poco prima della strage infatti sui social era apparso un manifesto di 87 pagine «anti-immigrati e anti-musulmani», poi cancellato, così come il live della strage trasmesso in diretta Facebook da uno degli assalitori. Affidata a un tweet invece, sempre, presumibilmente, da uno dei terroristi, una lista di nomi di assassini di stranieri scritti su alcuni caricatori di armi automatiche. Fra questi anche l’italiano Luca Traini, autore nel 2018 di una tentata strage di migranti a Macerata, nella quale rimasero ferite sei persone. Chiuse, per ragioni di sicurezza, tutte le moschee del Paese. Evacuate anche molte scuole.

Solidarietà e profonda vicinanza a tutti membri della comunità musulmana in Nuova Zelanda sono arrivate immediatamente dai vescovi cattolici del Paese. «Ci tratteniamo in preghiera mentre ascoltiamo la terribile notizia della violenza contro i musulmani nelle moschee di Christchurch – si legge in una nota diffusa mentre ancora giungevano le notizie dell’attacco -. Siamo profondamente grati delle relazioni positive che abbiamo con le persone islamiche in questa terra e siamo particolarmente inorriditi che ciò sia accaduto in un luogo e in un momento di preghiera. Siamo rattristati dal fatto che persone siano state uccise e ferite. I nostri cuori si rivolgono a loro, alle loro famiglie e alla più ampia comunità. Siate certi della nostra solidarietà di fronte a tale violenza». Il messaggio si chiude quindi con l’invocazione della pace, «Salaam». In calce, le firme del vescovo di Auckland Patrick Dunn, presidente della Conferenza episcopale neozelandese, del segretario Charles Drennan, vescovo di Palmerston North, del cardinale John Dew, arcivescovo di Wellington, del vescovo di Christchurch Paul Martin, di Steve Lowe, vescovo di Hamilton, e Michael Dooley, vescovo di Dunedin.

15 marzo 2019