Nozze gay, aperta indagine

Nessun reato ipotizzato per il sindaco Marino ma dalla Procura dicono «un atto dovuto, una sorta di richiamo alle regole»

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla mancata cancellazione da parte del Comune di Roma delle nozze gay celebrate all’estero e trascritte nei registri dell’anagrafe capitolina. Un atto preannunciato, già nei giorni scorsi, dal Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Al momento nessuno è iscritto nel registro degli indagati e non ci sono ipotesi di reato ma solo le denunce presentate da diverse associazioni.

Tutto nasce dalla decisione del sindaco di Roma, Ignazio Marino di trascrive nei registri dell’anagrafe comunale 16 matrimoni omosessuali contratti all’estero. Fatto avvenuto il 18 ottobre scorso in Campidoglio. Un’ iniziativa che avvenne anche in altre città come ad esempio a Milano, dove la procura ha aperto un analogo procedimento contro ignoti. E inchieste simili sono state aperte anche a Livorno e Bologna.

Un’azione, quella dei sindaci, fatta per sollecitare un adeguamento della legislazione italiana sul tema delle unioni civili ma che ha scatenato forti polemiche e dure prese di posizione anche da parte della Conferenza episcopale italiana.

L’apertura del fascicolo arriva dopo l’invito di Pecoraro ad annullare le sedici trascrizioni per “evitare irregolarità sul registro di stato civile”. In sostanza, la prefettura ha agito come ente di vigilanza sullo stato civile per controllare ¨se le trascrizioni siano regolari o meno. Una sorta di richiamo alle regole. Con un’esortazione, che la cancellazione avvenga “in tempi rapidi”.

Una sollecitazione alla quale il sindaco Marino non ha dato seguito, al punto che alcune associazioni hanno deciso di presentare degli esposti a piazzale Clodio nei quali prefigurano, tra gli altri, anche il reato di abuso d’ufficio. Da qui l’inchiesta.

 

23 gennaio 2015