«Notre Dame è il simbolo della Chiesa di Parigi e di Francia, ma è anche un riferimento storico e culturale per tutta l’Europa». L’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini, rivolge il suo messaggio all’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit all’indomani del devastante incendio che ha colpito la cattedrale di Notre Dame, a Parigi, nella serata di ieri, lunedì 15 aprile. Incendio che è stato domato solo all’alba di oggi, intorno alle 5 del mattino, dopo ore di lavoro di 400 uomini dei vigili del fuoco parigini. La Chiesa di Francia, scrive l’arcivescovo, ha «tutti gli elementi e la forza per ricostruire e rinascere. Le immagini del fuoco diventeranno il simbolo di un nuovo inizio. Niente è perduto».

Solidarietà è stata espressa anche dagli Ordinari cattolici di Terra Santa. Secondo quanto riferisce il Patriarcato Latino di Gerusalemme, Notre Dame ospita molte opere d’arte e oggetti sacri, tra cui le reliquie della Passione, un pezzo di croce, un chiodo e la Sacra Corona di spine. L’Ordine del Santo Sepolcro in Francia, che custodisce le reliquie, ha ringraziato i vigili del fuoco che hanno rischiato la vita per salvare gli oggetti sacri. Più in generale, la partita per il salvataggio della cattedrale, ha raccontato il sottosegretario all’Interno Laurent Nunez, si è giocata in 15-30 minuti grazie all’azione corale di 20 pompieri che, rischiando la vita, sono entrati nelle due torri della cattedrale per affrontare le fiamme dall’interno. «L’Ordine del Santo Sepolcro ringrazia i vigili del fuoco che hanno rischiato la vita per questo – si legge in una nota -. I membri pregano per loro, specialmente per coloro che sono rimasti gravemente feriti».

Dall’Italia intanto arriva anche la nota del direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi padre Enzo Fortunato. «Proviamo sgomento e dolore nel vedere la volta di Notre Dame distrutta dal fuoco – dichiara a nome di tutta la comunità francescana di Assisi -. Un’immagine che ricorda quella del crollo delle vele della basilica superiore di San Francesco dopo il terremoto del 1997. Sono certo che risorgerà come la nostra basilica – afferma -. Notre Dame e Assisi sono tra i simboli dell’identità cristiana. Per questo vederla divorata dalle fiamme provoca sgomento e dolore che attraversano l’anima e la carne».

16 aprile 2019