Il non profit, settore «in espansione»

L’Istat pubblica il primo censimento permanente. Nel 2015 erano attive in Italia 336.275 realtà (+11,6% rispetto al 2011), con 5 milioni 529mila volontari e 788mila dipendenti

«Un settore in espansione». L’Istat definisce così il non profit italiano, fotografato nel “Primo censimento permanente sulle istituzioni non profit” svolto dall’Istituto di statistica nel 2016 con riferimento al 2015 e presentato oggi pomeriggio, 20 dicembre, a Roma. Al 31 dicembre 2015 le realtà attive in Italia sono 336.275, l’11,6% in più rispetto al 2011, e complessivamente impiegano 5 milioni 529mila volontari e 788mila dipendenti.

Le istituzioni che operano grazie all’apporto dei volontari sono 267.529, pari al 79,6% delle unità attive. Quelle che dispongono di lavoratori dipendenti sono 55.196, pari al 16,4% delle istituzioni attive. Il 51% del totale delle istituzioni è concentrato nel Nord Italia, il 22,5% al Centro e il 26,5% nel Mezzogiorno. La Lombardia con il 15,7% delle istituzioni non profit è la regione italiana con la presenza più consistente di realtà, seguita da Lazio (9,2%), Veneto (8,9%), Piemonte (8,5%) ed Emilia Romagna (8%). Fanalino di coda la Valle d’Aosta (0,4%), preceduta da Molise (0,5%) e Basilicata (1%). La stragrande maggioranza del settore è costituito da associazioni (85,3%) davanti a cooperative sociali (4,8%), fondazioni (1,9%) e istituzioni con altra forma giuridica (8%). Prevalente il settore della cultura, sport e ricreazione (64,9% del totale) dietro al quale si posizionano l’assistenza sociale (9,2%), le relazioni sindacali e la rappresentanza di interessi (6,1%), la religione (4,3%), l’istruzione e la ricerca (4%) e la sanità (3,4%).

A livello nazionale, il 34,4% delle istituzioni non profit ha come finalità il sostegno e il supporto a soggetti deboli e/o in difficoltà, il 20,4% la promozione e la tutela dei diritti, il 13,8% la cura dei beni collettivi.

20 dicembre 2017