Nobel per la Pace al Quartetto per il dialogo in Tunisia

La consegna a Oslo il 10 dicembre. La motivazione: «Il contributo alla costruzione della democraziona dopo la rivoluzione dei gelsomini del 2011»

Il premio sarà consegnato a Oslo il 10 dicembre. La motivazione: «Il contributo offerto alla costruzione della democraziona dopo la rivoluzione dei gelsomini del 2011»

Né a Papa Francesco, né alla cancelliera Angela Merkel né al sindaco di Lampedusa. Alla fine il Premio Nobel per la Pace 2015 è stato assegnato al “Tunisian national dialogue quartet”, il quartetto per il dialogo in Tunisia. La motivazine: «Il contributo offerto alla costruzione della democrazia dopo la rivoluzione dei gelsomini nel 2011». Premiata, dunque, la società civile, rappresentata dalle realtà protagoniste del “quartetto”: il sindacato generale dei lavoratori Ugtt, il sindacato patronale Utica, l’Ordine degli avvocati e la Lega Tunisina per i Diritti Umani. Il comitato norvegese dei Noble ha premiato il loro impegno a dare vita a «un processo politico pacifico alternativo in un momento in cui il Paese era sull’orlo della guerra civile».

Il “quartetto” infatti è nato nell’estate 2013, quando il processo di democratizzazione era messo a rischio da omicidi politici e malcontento sociale, ed è stato «determinante per consentire alla Tunisia, nel giro di pochi anni, di creare un sistema costituzionale di governo che garantisce i diritti fondamentali di un’intera popolazione, a prescindere dal sesso dalle convinzioni politiche e dal credo religioso», si legge nella motivazione del riconoscimento, che sarà consegnato a Oslo il prossimo 10 dicembre. La dimostrazione: la Tunisia, pure se ancora fragile, è l’unico Paese del Nord Africa a essere riuscito a costruire un governo democratico dopo le proteste del 2011.

Per quello che forse è il più ambito tra i Nobel erano stati nominati in 273, ma la lista ufficiale è sotto segreto. Dall’anno in cui si assegna, il 1901, è stato vinto da 25 organizzazione e 103 singoli individui. Gli ultimi, nel 2014, Satyarthi e Malalaper la «loro lotta contro le violenze ai bambini e per il diritto all’educazione per tutti i bambini».

9 ottobre 2015