Nigeria, vincere Boko Haram con un’amnistia

È la proposta che arriva dal cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja. «Pochi degli appartenenti ne condividono l’ideologia»

È la proposta che arriva dal cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, attraverso Aiuto alla Chiesa che soffre. «Pochi degli appartenenti ne condividono l’ideologia»

Il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, lancia la sua proposta in una conversazione con la fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs): «Se concedessimo l‘immunità a chi lascia Boko Haram, la maggior parte dei miliziani deporrebbe le arm». Il porporato evidenzia come almeno l’80% degli appartenenti al gruppo fondamentalista non ne condivida affatto il pensiero. «Sono pochi – osserva – quelli che sposano realmente l‘ideologia di Boko Haram; gli altri sono stati reclutati con la forza e lascerebbero volentieri la setta islamista se fosse offerta loro la possibilità». Di qui la possibilità di concedere un’amnistia ai terroristi che si consegnino liberamente alle autorità. Solo così, continua, «potremmo convincere altri membri a lasciare il gruppo», e ricorda come il presidente nigeriano Mohammadu Buhari si sia detto pronto ad accordare un tale provvedimento qualora i fondamentalisti liberassero le 200 studentesse rapite a Chibok nell’aprile 2014.
Le considerazioni del cardinale arrivano in un momento decisamente negativo per gli uomini di Abubakar Shekaku. Il 19 settembre scorso l’esercito nigeriano ha sferrato un duro colpo ai “talebani africani” nell’ambito della controffensiva che mira a eliminarne la presenza dal nordest della Nigeria e «negli ultimi mesi vi sono state numerose incursioni nelle aree in mano a Boko Haram, che ormai ha perso il controllo anche di larga parte dei confini nazionali», aggiunge il Onaiyekan.

Dal porporato arrivano parole di riconoscimento per l’impegno profuso dal presidente Buhari sin dal suo primo giorno di mandato, in particolare per quanto riguarda la scelta di collaborare con gli eserciti di Ciad, Camerun e Niger, anche se riconduce i primi successi dei militari nigeriani contro il grupop oltranzista all’ultima fase della presidenza di Goodluck Johnathan. In ogni caso, «ora che Boko Haram è in difficoltà – afferma – è fondamentale offrire una via d’uscita a quanti desiderino abbandonare il gruppo fondamentalista. Il nostro Paese è grande abbastanza per correre il rischio di un’amnistia». La presenza di Boko Haram, riflette, «ha gravemente compromesso le relazioni tra cristiani e musulmani. Ci vorrà molto tempo prima che la ferita guarisca».

24 settembre 2015