Nigeria, negoziazioni per la liberazione degli studenti rapiti

I rapitori degli oltre 300 ragazzi sequestrati nello Stato di Katsina si sarebbero messi in contatto con le autorità. La rivendicazione di Boko Haram

I rapitori degli oltre 300 studenti sequestrati la settimana scorsa nello Stato di Katsina, nel nord ovest della Nigeria, si sarebbero messi in contatto con le autorità locali e delle negoziazioni per il rilascio dei giovani sarebbero attualmente in corso. A renderlo noto è il governatore dello Stato, Aminu Bello Masari, che su Twitter ha rivelato che le forze di sicurezza «hanno localizzato la posizione» dei ragazzi. Stando alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi proprio da Masari, i ragazzi rapiti dovrebbero essere almeno 333.

Intanto i miliziani jihadisti di Boko Haram hanno rivendicato il rapimento di massa. In un messaggio audio di circa quattro minuti diffuso il 14 dicembre, un uomo che afferma di essere il leader del gruppo armato, Abubakar Shekau, attribuisce la responsabilità dell’aggressione ai suoi «fratelli», aggiungendo che l’attacco ha voluto colpire «l’istruzione occidentale». I ragazzi rapiti frequentavano un college a Kankara, non lontano dal tratto centrale del confine settentrionale con il Niger. Se la rivendicazione di Boko Haram dovesse trovare conferma, si tratterebbe di un possibile segnale dell’espansione territoriale della milizia, tradizionalmente attiva nelle regioni nord-orientali, più vicine alla frontiera col Camerun e al Lago Ciad.

Ne frattempo cresce, nel Paese, il timore che il sequestro della scorsa settimana possa trasformarsi in una situazione simile a quella delle 275 studentesse tenute prigioniere da Boko Haram per tre anni, tra il 2014 e il 2017.

16 dicembre 2020