Nigeria: l’attacco in chiesa a Ondo «non è un caso sporadico»

Acs diffonde la lettera di don Medugu, formatore dei seminaristi a Jos. «Sequestri e brutalità, all’ordine del giorno nella nostra martoriata nazione, e la situazione va peggiorando»

«Domenica scorsa il mondo cattolico si è allietato per la celebrazione della grande solennità della Pentecoste. Tutte le comunità cattoliche hanno potuto gioire, tranne la chiesa di San Francesco Saverio a Owo, Stato di Ondo, nel sud-ovest della Nigeria. Come sapete un orribile attacco è stato sferrato da soggetti non ancora identificati. Decine di vittime, di feriti, altrettante famiglie straziate, un’intera comunità sconvolta». Scrive dal Seminario Maggiore di Sant’Agostino a Jos, nella parte centro – settentrionale del Paese, don Bitrus Raphael Medugu, della diocesi nigeriana di Maiduguri, incaricato della formazione dei seminaristi.

In una lettera indirizzata alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), il sacerdote commenta i fatti del 5 giugno a Owo, osservando che «purtroppo non si tratta di un caso sporadico, per quanto grave. Sequestri e brutalità sono all’ordine del giorno nella nostra martoriata nazione – riferisce – e la situazione va peggiorando. Basti pensare che l’area in cui si è verificata la strage finora non era stata colpita dalle stesse violenze che ordinariamente affliggono il Nord e la Middle Belt». E ancora: «Noi preghiamo per i nostri fedeli, e so che anche voi pregate per loro – le parole di don Medugu -. So che siete solleciti nella carità nei confronti dei cristiani nigeriani. Tutto ciò ci fa sentire meno soli e abbandonati. Vi chiedo umilmente di non dimenticare le sofferenze di quanti sono stati colpiti dalla strage di Pentecoste, e di quanti soffrono aggressioni analoghe senza che alcuno muova un dito per difenderli».

8 giugno 2022