Nidi, la protesta delle cooperative contro il Comune

Si sono riuniti all’ingresso del Campidoglio per protestare contro la delibera dell’assessore Baldassarre: «Non siamo lavoratori di serie B»

Si sono riuniti all’ingresso del Campidoglio per protestare contro la delibera dell’assessore Baldassarre: «Non siamo lavoratori di serie B» 

Proprio sotto la lupa capitolina che allatta, all’ingresso del Campidoglio, si è svolta la colorata protesta contro la delibera sulla rete dei servizi educativi e sulle iscrizioni ai nidi: in piazza, sabato mattina 8 aprile, educatrici, gestori di cooperative e tanti genitori con i propri bambini. Magliette, palloncini e cartelloni gialli per dire no al documento che porta la firma dell’assessore alla Scuola Laura Baldassarre secondo la quale le famiglie potranno indicare la scelte di 3 nidi a gestione diretta e 3 nidi in gestione indiretta in convenzione, dando quindi priorità ai nidi pubblici, salvo il caso in cui la struttura convenzionata sia ubicata a una distanza pari o inferiore a 300 metri, secondo il percorso pedonale più breve dall’immobile di residenza del bambino, nell’interesse, anche ecologicamente rilevante, all’agevole raggiungimento a piedi del nido stesso.

I gestori delle strutture educative
convenzionate temono, a motivo del ritiro delle convenzioni in più municipi, di non poter più garantire lo stesso servizio e di vedersi costretti a ridimensionare , se non addirittura a chiudere, le proprie attività con la conseguente perdita di lavoro per tante educatrici come Giorgia, dipendente di un nido convenzionato del V municipio: «Non siamo lavoratrici di serie B: ogni giorno ci mettiamo il cuore e costruiamo una relazione con i bambini». Dell’importanza della continuità non solo educativa ma anche umana sono convinti i genitori, come Beatrice che dopo un anno dovrà ora «trovare un nuovo nido per Maddalena rischiando di non accedere allo stesso standard di qualità cui la bambina era abituata e di spezzare, non senza danni, un rapporto di fiducia consolidatosi nel tempo con le insegnanti».

La delibera sui nidi nega quindi ai genitori il diritto di compiere una scelta educativa libera, rivendicata da tutti senza bandiere politiche: «perché la famiglia non è appannaggio di un partito piuttosto che di un altro – ha dichiarato la presidente del Forum delle associazioni Familiari del Lazio Emma Ciccarelli -: siamo scesi in piazza per chiedere un tavolo dove alla luce dell’emergenza demografica, famiglie, associazioni, nidi convenzionati, sindacati e politici riflettano sui servizi educativi del futuro».

Dello stesso parere Cristina Ragaini, presidente dell’associazione Onda Gialla nata nel 2014 per promuovere la qualità del lavoro nei nidi convenzionati con Roma Capitale: «la libertà va tutelata – ha detto – nonché il diritto al lavoro di chi opera con professionalità: il mancato rinnovo delle convenzioni porterà all’incremento di quel mondo sommerso fatto di ludoteche e baby parking che non sempre rispetta le norme di sicurezza nè si avvale necessariamente di personale qualificato».

Vi è poi la rivendicazione «di una sperimentazione sociale e di un modello educativo virtuoso quale quello convenzionato – spiega Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio – che ha dimostrato la sua qualità negli ultimi venticinque anni e che è riconosciuto a livello europeo ed internazionale». Il colore e il rumore in piazza per più di due ore non hanno portato, per il momento, ad alcun riscontro da parte dell’amministrazione ma Alessia Arena, una delle rappresentanti dei genitori che settimane fa è stata ricevuta in Campidoglio, ha garantito: «Continueremo a lottare per gli spazi di felicità che abbiamo creato per i nostri bambini».

10 aprile 2017