In un momento storico caratterizzato dalla repressione, ieri, domenica 22 luglio, il popolo del Nicaragua si è stretto intorno ai suoi Pastori in una Giornata di preghiera per la pace nel Paese, promossa dai vescovi latino-americani e dei Caraibi. Iniziativa alla quale hanno aderito in tanti, da diverse parti del mondo. Come i Redentoristi, che in una nota diffusa online sul sito della congregazione assicurano l’unione nella preghiera con «la Chiesa sofferente del Nicaragua».

A firmare la nota è padre Cristian Bueno, della Commissione per la pastorale sociale, la giustizia, la pace e l’integrazione del creato dei Redentoristi. «La situazione del popolo nicaraguense – afferma il religioso – sembra peggiorare ogni giorno. Ma sia a livello della Chiesa locale che in tutto il continente latinoamericano e oltre, si sentono voci di rifiuto della repressione e del sostegno per le persone sofferenti». Quindi, ricordando che il presidente nicaraguense Daniel Ortega incolpa i vescovi cattolici di fare parte di un «piano per un colpo di Stato», sottolinea come invece nel Paese la realtà sia un’altra. «In un clima di repressione come questo – scrive padre Bueno -, la Chiesa si è mostrata solidale con le persone sofferenti».

Il redentorista ricorda il twit del vescovo Silvio Baez, ausiliare di Managua, che ha scritto che la Chiesa «soffre per coloro che sono stati uccisi, per le famiglie che piangono, per coloro che sono ingiustamente detenuti e per coloro che fuggono dalla repressione. Preghiamo e saremo al loro fianco sempre in nome di Gesù». Ancora, cita il rifiuto della brutale repressione contro le proteste antigovernative iniziate nel mese di aprile espresso dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione degli Stati americani. Repressione che, secondo la Commissione inter-americana sui diritti umani (CIDH), ha già fatto quasi 300 vittime e prodotto oltre 2mila feriti, oltre a molte persone arrestate e scomparse. «Uno dei vescovi nicaraguensi incaricati del dialogo nazionale, monsignor Silvio José Báez, ha anche fatto continue chiamate al governo per porre fine allo spargimento di sangue», scrive ancora il redentorista.

“L’arma” della Chiesa è quella della preghiera. Rivolgendo il loro appello per la Giornata di preghiera di ieri, i vescovi latino americani esprimevano «vicinanza e solidarietà con il popolo nicaraguense e i suoi pastori, profeti della giustizia, dinanzi alla drammatica e dolorosa crisi sociale e politica che esiste oggi», chiedendo a tutte le comunità cristiane di «tutti i nostri Paesi» una «preghiera speciale per il Popolo del Nicaragua». Richiesta accolta, assicura padre Bueno, dai Redentoristi: «Inviamo le nostre voci di sostegno – conclude – in modo particolare ai congregati presenti in questo Paese e che camminano a fianco dei poveri».

23 luglio 2018