Neonata abbandonata nel Tevere, la preghiera e la corona di fiori bianchi
I bambini delle occupazioni e dei campi improvvisati insieme a tanti romani per ricordare la piccola ritrovata nel fiume il 6 luglio. Ancora in corso le indagini
Si sono dati appuntamento alle 18 davanti alla chiesa di San Gregorio della Divina Pietà, in piazza di Monte Savello, poco prima dell’ingresso al Ghetto. Da lì sono scesi in preghiera verso il Tevere, diretti al punto nel quale il 6 luglio è stato ritrovato da un pescatore il corpo di una neonata, morta per asfissia. Il cordone ombelicale ancora attaccato al corpo. I bambini delle occupazioni e dei campi improvvisati di Roma, seguiti e accompagnati da Centro oratori romani (Cor) e associazione Medicina Solidale, hanno voluto fortemente questo momento di preghiera, svoltosi nella serata di ieri, lunedì 15 luglio. Al loro fianco, oltre 50 adulti, tra cui il segretario generale del Cor Carlo Maio e Lucia Ercoli, direttore di Medicina Solidale. Hanno pregato, guidati da don Andrea Palamides, assistente spirituale della comunità “Famiglia della Riconciliazione”. Quindi hanno lanciato sulle acque del fiume una piccola corona di fiori bianchi.
Maio ed Ercoli raccontano dei “loro” bambini e di quella richiesta di ricordare nella preghiera «il piccolo angelo gettato come un rifiuto nel Tevere a poche ore dalla sua nascita», arrivata proprio da loro che «seppure bambini vivono l’emarginazione in una città sempre più irriconoscibile. A nostro avviso – dicono – è un segno forte di speranza e di voglia di guardare al futuro». Insieme a loro, si sono ritrovati a pregare anche «tanti romani che vogliono dare un segno di pace e di solidarietà a una città duramente provata». Nel frattempo, proseguono le indagini da parte dei poliziotti della Squadra Mobile che hanno effettuato un sopralluogo nel punto del ritrovamento, all’altezza di Mezzocammino. Quindi, non appena saranno terminati i rilievi dell’autorità giudiziaria, la piccola sarà sepolta nel Campo dei bambini del Cimitero Laurentino, a cura di Ama e Roma Capitale.
Stando ai risultati dell’autopsia, – svolta dal medico legale dell’Istituto di medicina legale del Policlinico Tor Vergata su incarico del pm Silvia Santucci – la piccola è morta per asfissia. Al momento si cerca risposta dagli esami del dna prelevato ma sono al setaccio anche le testimonianze: ascoltati gli “abitanti” delle sponde del fiume entro un raggio di diversi chilometri dal luogo del ritrovamento. Si cerca anche in tutti gli ospedali. Il reato contestato: omicidio volontario. L’ipotesi è che la morte risalga a un giorno e mezzo prima del ritrovamento.
16 luglio 2019